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La svolta dall'impronta 33? Il genetista di Stasi: "Si è sporto in avanti"
28-05-2025, 17:48
Due impronte, una sporca di sangue ma non attribuibile, l'altra che apparterrebbe ad Andrea Sempio ma non databile. Sono le tracce 10 e 33 da cui la difesa di Alberto Stasi - in carcere con una condanna definitiva - spera di far emergere nuove evidenze nell'inchiesta sul delitto di Chiara Poggi a Garlasco per il quale è indagato per omicidio in concorso l'amico del fratello della vittima. L'impronta 10 trovata sul portone di casa Poggi "è la mano sporca di sangue che chiude quella porta ed è la mano sporca di sangue che lascia quell'impronta", afferma Pasquale Linarello, genetista consulente di Alberto Stasi nel corso de La vita in diretta, il programma condotto da Alberto Matano su Rai1. Secondo il consulente l'impronta 10 trovata all'interno della porta della villetta di Chiara Poggi potrebbe dare una svolta al giallo di Garlasco. "Si può provare a estrarre il DNA da questa traccia, cioè capire se oltre al sangue c'è ad esempio derma, epidermide o cellule del soggetto che ha lasciato la traccia, quindi potrebbe essere determinante". Insomma, l'analisi del DNA potrebbe dare un nome a questa impronta. "Il soggetto che aveva le mani sporche del sangue di Chiara Poggi ha toccato la porta, o per aprirla o per chiuderla, quindi il sangue di Chiara Poggi ha fatto da inchiostro per lasciare quell'impronta"; afferma Linarello. Tuttavia, il genetista è convinto che a partire dall'impronta 33 già attribuita a Sempio potrebbe riscrivere parte della dinamica del delitto: "Quello su cui ci stiamo concentrando è capire se questa impronta può in qualche modo avere anche materiale ematico", ossia del sangue. Ma perché il consulente ritiene che ci sia del materiale biologico in questa impronta 33? "La parte più a destra, per chi osserva, è la parte che in qualche modo ha una colorazione più scura. Tutta questa parte più scura potrebbe essere forse sangue che era già preesistente sulla parete prima del trattamento con la ninidrina". Si tratta di un reagente per la repertazione e che dà all'impronta a questo colore rosso ma che inibisce anche la presenza di DNA ma con le nuove tecnologie si potrebbe arrivare a un risultato utile, viene spiegato. Nel caso, essendo stata trovata sulle scale dove, in base alle ricostruzioni, in un punto dove il killer non si sarebbe spinto, potrebbe essere riscritta la dinamica dell'omicidio? "Certo perché innanzitutto è in una posizione innaturale: perché se io scendo le scale e ho la necessità di tenermi non tiro su la mano, oltre la spalla. Quest'impronta è messa di traverso, è ruotata come se chi si è appoggiato si fosse sporto in avanti ed ecco il motivo per cui non ci sono orme. È sicuramente un'analisi difficoltosa però è un tentativo che va fatto per chiarire e per fare giustizia", afferma il genetista. La consulenza si basa sull'immagine digitale dell'impronta 33 grattata da un pezzo di intonaco. Giorni fa si era detto che il reperto era stato distrutto, ma in realtà sarebbe ancora negli archivi giudiziari e potrebbe essere dunque analizzato.
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