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Landini sogna la poltrona e blocca gli aumenti salariali. Ma la Cisl spinge per i rinnovi
Oggi 26-06-25, 07:38
Qual è la reale funzione di Landini? Scendere in piazza, per "rivoltare l'Italia come un calzino", o pensare davvero ai lavoratori? Ecco, è opportuno chiederselo dopo aver analizzato le ultime mosse della Cgil: era gennaio quando è arrivata la firma definitiva al contratto nazionale delle Funzioni centrali (i lavoratori statali), che ha portato a un aumento del 7% nella busta paga (corrisponde a circa 170 euro lordi medi al mese), più gli arretrati. Stesso discorso per la sanità pubblica, ma l'accordo è stato raggiunto solo pochi giorni fa, il 18 giugno, con numerosi incontri andati a vuoto, tanto che la Cisl stimava un tempo inferiore di ben sei mesi a cui si aggiungono i tempi tecnici per la sottoscrizione definitiva. Sanità pubblica che ha visto un aumento del 7% in busta paga, più gli arretrati e la revisione, sempre al rialzo, di tutte le indennità presenti nel contratto collettivo. Peccato, però, che la Cgil si fosse comunque opposta insieme alla Uil e che la situazione si sia sbloccata grazie al sindacato autonomo Nursing Up, che ha invertito la rotta rispetto all'iniziale no e ha firmato, consentendo che venisse raggiunta la maggioranza. Quindi, i contratti statali non sono stati siglati grazie a Landini, ma grazie al fatto che i sindacati firmatari rappresentavano più del 50% delle sigle sindacali presenti al tavolo. Cosa ben diversa rispetto a quanto avviene, invece, nelle funzioni locali, dove Cgil e Uil superano il 50% della rappresentatività ed è per questo che non si riesce sbloccare una situazione in stallo da mesi: la posizione ufficiale di Landini è quella di chiedere maggiori garanzie economiche, se non fosse che non considera le ingenti risorse già stanziate sia per la chiudere la tornata 2022/2024, sia per aprire quella 2025/2027 con fondi già stabiliti in legge di bilancio per la prima volta nella storia. Quello che fa Landini, quindi, è giocare al rialzo portando avanti richieste che sa perfettamente di non poter finalizzare, con il solo scopo di attaccare il Governo accusandolo di essere contro i lavoratori. Basti pensare che la recente richiesta avanzata da Cgil e Uil fosse il recupero triennale dell'inflazione, che corrisponde circa a 32 miliardi di euro, pari a un'intera legge di bilancio. Una fantasia degna di Alice nel Paese delle Meraviglie. In sostanza, nessuna delle due parti (Cgil e Uil) vuole cedere, nonostante si tratterebbe di far avere un aumento del 6% a categorie che oggi sono totalmente bloccate, nonché l'apertura immediata del contratto 2025/2027. Non è ostacolato quindi solo il contratto precedente, ma anche quello in divenire. Sono i lavoratori dei comuni, delle province, delle regioni, delle città metropolitane: ad oggi la polizia locale, gli educatori, e tutte quelle figure che rientrano in quella categoria sono fermi per una mera questione politica e di opposizione nei confronti della Meloni. Ma Schlein, Conte, Fratoianni, Bonelli, Magi & company, sono gli stessi che hanno promosso un referendum abrogativo per difendere i lavoratori? Perché allora non spendersi realmente per contratti, soldi e garanzie invece di fare solo propaganda? Perché restano inascoltate le numerose sollecitazioni della Cisl che sta riscrivendo la geografia delle relazioni industriali nel pubblico impiego? In fondo il punto è tutto qui: il sindacato serve quando contratta, non quando agita slogan senza ottenere risultati concreti per i propri associati.
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