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«Decisione presa» Israele pronto all'occupazione totale di Gaza
Oggi 04-08-25, 19:30
Sono passati 668 giorni dall'inizio del conflitto tra Israele e Hamas ma in queste ore, la tensione ha raggiunto un nuovo picco. Secondo fonti dell'ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, la decisione è stata presa: Israele si prepara a occupare completamente la Striscia di Gaza. Lo riferisce Channel 12, rilanciato anche da Ynet, secondo cui le operazioni militari includeranno zone dove si ritiene siano detenuti gli ostaggi ancora in mano ad Hamas. «Hamas non rilascerà altri ostaggi senza una resa totale, e noi non ci arrenderemo. Se non agiamo ora, gli ostaggi moriranno di fame e Gaza resterà sotto il controllo di Hamas», ha dichiarato una fonte di alto livello del governo israeliano. La svolta arriva in parallelo a un'altra notizia di peso: l'ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump avrebbe dato il suo assenso all'operazione israeliana contro Hamas. A riportarlo è Ynet, secondo cui sia Washington che Tel Aviv concordano sull'impossibilità di un accordo con Hamas nelle attuali condizioni. In quasi due anni di guerra, l'esercito israeliano ha portato avanti una campagna militare che ha colpito duramente la struttura militare e politica di Hamas nella Striscia di Gaza. Ma il prezzo umano è altissimo: oltre 60.000 palestinesi uccisi, secondo le stime confermate dalle Nazioni Unite. Più della metà delle vittime sono civili, molti dei quali minori. Secondo l'UNICEF, ogni giorno, in media, muoiono 28 bambini, tra bombardamenti e l'impatto del blocco degli aiuti umanitari, spesso sottratti alla gestione dell'ONU. Le dichiarazioni delle fonti governative israeliane non risparmiano neanche i vertici militari. «Ci saranno operazioni anche nelle aree dove sono detenuti gli ostaggi», si legge nel comunicato rilanciato da Ynet. E in una frase destinata a far discutere: «Se questo non sta bene al capo di stato maggiore delle IDF (forze di difesa israeliane), può anche dimettersi». Una presa di posizione netta che fa emergere possibili frizioni tra il governo Netanyahu e i vertici militari, probabilmente non del tutto allineati sull'opportunità e sui tempi dell'occupazione totale della Striscia. L'annuncio di oggi rappresenta un punto di svolta. Dopo 668 giorni di guerra, Israele sembra orientato a cambiare completamente lo scenario militare e politico a Gaza. Ma la domanda che resta sospesa è una sola: quale sarà il prezzo di un'occupazione totale, in termini umanitari, geopolitici e di stabilità regionale? E soprattutto: potrà davvero garantire la liberazione degli ostaggi e la fine del conflitto, o aprirà una nuova, ancora più drammatica fase della guerra?
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