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«I fascisti lo avrebbero preso a calci». Verso la revoca dell'immunità: con chi se la prende papà Salis
Ieri 17-06-25, 09:26
Non bastavano interviste, post sui social e interminabili e mielosi video. Sulla vicenda legata a Ilaria Salis e sul voto sulla revoca della sua immunità parlamentare è intervenuto, come da copione, anche babbo Roberto. Che, su X, ha incrociato la baionetta con Francesco Storace, Matteo Salvini e Alessandro Morelli. Il conduttore del programma "Il Rosso e il Nero" e prestigiosa firma del quotidiano Libero ha pubblicato la foto dell'esponente di Avs abbracciata al genitore, sotto il cartello stradale che indica l'inizio del Comune di Monza, località nativa della Primula Rossa, lanciata nell'Olimpo della politica continentale dalla magica coppia del gol di Avs, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli. Nel tweet intitolato “Si avvicina il voto del Parlamento europeo” è stata aggiunta al computer una scritta all'immagine: “Papino saluta la bimba”. Apriti cielo: Roberto Salis è andato su tutte le furie e ha risposto a Francesco Storace: “Nella mia vita ho conosciuto tanti fascisti. Se gli fosse capitato a tiro uno come @Storace lo avrebbero preso a calci nel culo a due a due fino a quando diventavano dispari”. Ma non basta. L'amorevole padre della donna che occupava le case altrui se l'è presa anche con due leghisti. Il senatore Alessandro Morelli ha ricordato un precedente significativo: “Qual era la posizione di Alleanza Verdi e Sinistra sul processo (politico) a Salvini? Qualcosa del tipo “non bisogna sottrarsi alla giustizia?”. Anche in questo caso, babbo Salis è corso in aiuto dell'ex simpatizzante della Banda del Martello. “Secondo @AmorelliMilano, @matteosalvinimi si è fatto 15 mesi di detenzione cautelare, per 7 mesi è stato in isolamento e le accuse erano basate su depistaggi della polizia. Sono esserini semplici, così incapaci di cogliere il vero senso della vita reale”. Che vi sia una forte tensione dalle parti di Monza per la decisione della commissione Juri prima e della plenaria di Bruxelles poi era lampante anche ascoltando il video che, la stessa Ilaria Salis, ha pubblicato sui propri social. “Sarà un voto importante. Lo è ovviamente per me, perché da quel voto dipende la mia libertà personale. Ma è anche un voto che riguarda l'Europa e la democrazia”. Un tentativo di far passare un messaggio trasversale, che intersechi il suo interesse con quello più generale. Come a volersi autoproclamare eroina della libertà. “Non si è trattato e non si tratta di sottrarsi alla giustizia. In Ungheria, per chi osa opporsi al regime, non si cerca giustizia, ma vendetta. Il procedimento che mi ha colpito e che potrebbe riaprirsi è una messa in scena giudiziaria dove la condanna è decisa ancora prima del processo”. Infine, il lamentoso richiamo ai colleghi europarlamentari: “Chi sarà chiamato a votare dovrà assumersi la responsabilità morale e politica di decidere se consegnare una collega nelle mani di un regime autoritario, la responsabilità storica di decidere se in Europa debba prevalere l'autoritarismo o la democrazia. Perché difendere la mia persona significa difendere la libertà di parola e di espressione. A voi la scelta”.
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