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“Volevano creare una grana all'Italia”. Chi incastra Bocchino dopo la bufera Almasri
24-01-2025, 11:32
“Hanno aspettato che arrivasse in Italia per creare una grana all'Italia”: Italo Bocchino interviene sul caso Osama Almasri, il generale libico accusato di crimini contro l'umanità e scarcerato dopo l'arresto a Torino. Una strana attesa della Corte Internazionale Penale che non sarebbe intervenuta durante gli spostamenti dell'uomo in altri paesi europei. È questo il sospetto di Bocchino che, ospite di Corrado Formigli e del suo PiazzaPulita, analizza la vicenda partendo dall'arresto del generale libico: “Il ministro degli Interni, preso atto che era stato arrestato giuridicamente per errore in Italia, ha preso e lo ha immediatamente espulso quale soggetto pericoloso – spiega il direttore editoriale de Il secolo d'Italia –. Il ministro Piantedosi ha fatto benissimo il suo mestiere di tutore dell'ordine pubblico nazionale, evitando che soggiornasse in Italia un soggetto pericoloso”. Un arresto quindi errato e l'urgenza del ministero degli Interni è stata quella di espellere il soggetto dal paese. “L'urgenza non era di assicurarlo alla giustizia come chiedeva la corte penale?” chiede Formigli. Bocchino è chiaro: “La prima urgenza, dato che non lo si poteva assicurare alla giustizia arrestandolo in albergo, era liberarsi del personaggio”. Il conduttore però lo incalza “Il ministro della Giustizia avrebbe potuto sanare questo vizio” ma Bocchino ha una risposta a tutto: “Il ministro della Giustizia l'avrebbe potuto sanare perché è una norma diversa. Il ministro della Giustizia doveva essere avvisato come è stato avvisato per via diplomatica, però aveva bisogno di studiare il dossier. Il ministro della giustizia non è che un jukebox che va a gettone della Corte Penale Internazionale”. Poi il sospetto, l'anomalia come la definisce il giornalista: “Questo signore arriva in Europa il 6 gennaio, da ottobre c'era una richiesta di arrestare questo personaggio, è stato a Londra, è stato in Germania – racconta –. La Corte Penale Internazionale si è ben guardata...”. Formigli lo interrompe: “Qual è il suo sospetto?”. Il direttore diventa più chiaro: “Che hanno aspettato che arrivasse in Italia per creare una grana all'Italia”. Il conduttore La 7, lo incalza: “La Corte Penale Internazionale? La corte penale ce l'ha con l'Italia? Le toghe rosse europee”. Bocchino non si perde in chiacchiere: “Ma non sono le toghe rosse europee. Avevano paura di farlo in Germania, avevano paura di farlo nel Regno Unito e hanno preferito fare questo scherzo in Italia”.
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Il Tempo
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