s

Le terre rare in Ucraina sono un bluff? Enormi dubbi e problemi sui giacimenti
01-03-2025, 13:40
Negli ultimi mesi, l'interesse degli Stati Uniti per le risorse minerarie dell'Ucraina è diventato sempre più evidente. Donald Trump è andato in pressing su Volodymyr Zelensky per ottenere accesso ai giacimenti del Paese, in particolare quelli di terre rare e metalli strategici, fondamentali per contrastare la supremazia cinese in questo settore. Ma le ambizioni occidentali potrebbero scontrarsi con una serie di ostacoli che rendono l'impresa tutt'altro che semplice. Uno dei principali problemi riguarda la reale disponibilità di questi materiali. Le stime attuali si basano su vecchie analisi risalenti all'epoca sovietica, tra gli anni ‘60 e ‘80, e mancano dati aggiornati. Lo stesso ex direttore dell'Ukrainian Geological Survey, Roman Opimakh, ha ammesso che non esistono valutazioni recenti sulla ricchezza mineraria del Paese. Inoltre, secondo l'US Geological Survey, l'Ucraina non può essere considerata un attore chiave nella produzione di terre rare, gli elementi essenziali per industrie come quella tecnologica e militare. Anche se il Paese disponesse di abbondanti riserve, il mercato globale delle terre rare ha un valore annuo relativamente modesto, pari a circa 15 miliardi di dollari, ben poca cosa rispetto ad altri settori industriali. Un esempio emblematico è il giacimento di Novopoltavske, uno dei principali depositi di terre rare in Ucraina, ma attualmente inutilizzato a causa di complesse difficoltà geologiche ed estrattive. Nonostante ciò, l'Ucraina possiede riserve significative di altri materiali strategici, tra cui litio, grafite, uranio e titanio. Tuttavia, tra il semplice riconoscimento della loro presenza nel sottosuolo e la loro effettiva estrazione esistono notevoli ostacoli. Secondo il World Data Center ucraino, il Paese ospita 20.000 depositi minerari, ma solo 8.000 sono stati verificati e la metà di questi effettivamente sfruttati. Un ulteriore freno allo sviluppo del settore minerario ucraino, riferisce Il Giornale, è rappresentato dalla carenza di infrastrutture adeguate. L'estrazione e la lavorazione di questi minerali richiedono investimenti a lungo termine, oltre a tecnologie avanzate spesso non disponibili nel Paese. Il caso del litio è esemplare: pur disponendo di uno dei giacimenti più grandi d'Europa, l'Ucraina si trova di fronte a costi elevati di estrazione, poiché il minerale si trova all'interno di giacimenti di petalite, un composto che necessita di processi molto onerosi per essere lavorato. Inoltre il contesto bellico rappresenta una minaccia concreta per l'industria mineraria. Molti giacimenti si trovano in regioni attualmente occupate dalle forze della Russia, come il Donbass e Zaporizhzhia, mentre altri sono vicini alla linea del fronte, rendendo difficili le operazioni estrattive. Per gli Stati Uniti e gli investitori occidentali, l'Ucraina potrebbe quindi rivelarsi una scommessa rischiosa. Il timore è che si ripeta lo scenario dell'Afghanistan, dove si era ipotizzato un enorme potenziale minerario salvo poi assistere a un completo fallimento delle operazioni di sfruttamento. C'è anche questo dietro la lite tra Trump e Zelensky?
CONTINUA A LEGGERE
4
0
0
Il Tempo
10:00