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L'invasione di giudici e clandestini: così le toghe Ue vogliono riaprire i confini
Oggi 02-08-25, 07:20
No, purtroppo non è un'allucinazione agostana. Ma la decisione della corte di giustizia Ue sui "Paesi sicuri" siprofila come una mannaia sull'agibilità politica dei governi in campo migratorio. Riassunto delle puntate precedenti: l'organismo di Lussemburgo era stato adito dal Tribunale di Roma affinché si pronunciasse sulla definizione del concetto di "Paese terzo sicuro" all'interno delle procedure accelerate di esame delle richieste del diritto di asilo. Il Tribunale della Capitale, similmente ad altri, aveva disposto l'illegittimità dei trattenimenti nei Cpr in Albania di migranti provenienti da Paesi, in particolare Egitto e Bangladesh, che il governo aveva ritenuto, appunto, fossero "sicuri". Ebbene, cosa ha stabilito la corte di giustizia Ue? Che un Paese appartenente alla Ue «può designare Paesi d'origine sicuri mediante atto legislativo, a patto che tale designazione possa essere oggetto di un controllo giurisdizionale effettivo». Questo è il concetto chiave, quel «controllo giurisdizionale» che, di fatto, taglia le gambe all'iniziativa politica. Questa è la chiave di lettura che governo e maggioranza, ieri, hanno attribuito al pronunciamento. A partire dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che sui social osserva: «sorprende la decisione della Corte di Giustizia Ue. Ancora una volta la giurisdizione, questa volta europea, rivendica spazi che non le competono, a fronte di responsabilità che sono politiche». E aggiunge: «la Corte di Giustizia decide di consegnare a un qualsivoglia giudice nazionale la decisione non sui singoli casi, benché sulla parte della politica migratoria relativa alla disciplina dei rimpatri e delle espulsioni degli irregolari. Così, ad esempio, per l'individuazione dei cosiddetti Paesi sicuri fa prevalere la decisione del giudice nazionale, fondata persino su fonti private, rispetto agli esiti delle complesse istruttorie condotte dai ministeri interessati e valutate dal Parlamento sovrano». E, notala Presidente del Consiglio, «è singolare che ciò avvenga pochi mesi prima dell'entrata in vigore del Patto Ue su immigrazione e asilo, conte nente regole più stingenti, anche quanto a criteri di individuazione di quei Paesi». Il centrodestra critica la decisione in modo compatto. Da Fratelli d'Italia, il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli va giù durissimo: «C'è qualcosa di eversivo in questo modo di subordinare l'autonomia politica degli Stati a sentenze frutto di interpretazioni astratte del diritto europeo». La deputata Ylenja Lucaselli parla di «precedente gravissimo che annulla l'equilibrio dei poteri. Per la democrazia in Europa è una brutta giornata». Dalla Lega, il segretario Matteo Salvini commenta tutto questo come «l'ennesimo schiaffo alla sovranità nazionale del nostro Paese, l'ennesimo incentivo a sbarchi senza limite, l'ennesima riprova non solo dell'inutilità, ma della dannosità di istituzioni europee di questo tipo». Secondo il senatore Marco Dreosto, le «politiche migratorie rischiano di finire nelle mani di giudici e Ong». Anche Forza Italia è critica, con il Segretario e Ministro degli Esteri Antonio Tajani che ragiona: «È una sentenza che non mi convince per nulla, ma è una sentenza che ha effetti molto brevi perché presto, con l'entrata in vigore delle nuove norme comunitarie sull'immigrazione, questa sentenza cesserà di avere il suo effetto». Il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri, al Gr Rai, dal suo canto argomenta: «Esamineremo attentamente la sentenza, ma se impedisse agli Stati di agire nelle sedi politiche competenti continueremo la battaglia contro un uso politico improprio della giustizia». Esulta invece la sinistra, di sponda con l'ANM. L'associazione dei togati incassa lo scudo della giurisdizione comunitaria: «Era stata proposta una interpretazione dai giudici italiani che oggi la Corte di giustizia dell'Unione europea dice essere corretta». In serata fonti del governo hanno comunque confermato che i centri in Albania continueranno a funzionare come Cpr, così come avviene da mesi.
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