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L'inviato del Patriarca di Mosca dal Papa. Leone riapre la strada del dialogo
Oggi 22-07-25, 08:44
Nell'agenda di governo di Leone XIV, dopo la questione mediorientale, è la volta del dossier ucraino. Nella giornata del colloquio telefonico con il presidente palestinese Abu Mazen sugli sviluppi drammatici della situazione a Gaza, è arrivata anche la notizia che il Papa vedrà sabato prossimo il metropolita Antonij di Volokolamsk, presidente del dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca. Sullo sfondo c'è la disponibilità della Santa Sede ad ospitare gli eventuali negoziati tra Russia ed Ucraina. La proposta era stata congelata dopo il «niet» del ministro degli esteri Sergej Lavrov che aveva rivendicato proprio le differenze confessionali per giustificare la chiusura. Un'evidente dimostrazione di come al Cremlino si tema che dare un palcoscenico così prestigioso al capo della Chiesa cattolica potrebbe irritare il Patriarcato moscovita. Ma l'ipotesi è ritornata in auge dopo la visita di Volodymir Zelensky a Castel Gandolfo. L'udienza al metropolita Antonij capita, dunque, al momento giusto perché potrebbe rassenerare le relazioni tra la Roma cattolica e la Mosca ortodossa. Il dialogo, portato avanti negli anni di Benedetto XVI e poi nella parte iniziale del pontificato bergogliano, si è raffreddato con lo scoppio di un nuovo scisma ortodosso e poi con l'inizio del conflitto in Ucraina. La definizione di Kirill come «chierichetto di Putin» data fuori dai denti da Francesco non aveva certamente aiutato. Anche la sostituzione di Hilarion nel 2022, il predecessore di Antonij che aveva sviluppato rapporti eccezionali con la Santa Sede, ha riportato le lancette all'indietro. Sabato, però, il «ministro degli esteri» di Kirill si troverà di fronte un nuovo Pontefice che, contro ogni pronostico, potrebbe piacere a Mosca. Infatti, nonostante Prevost all'indomani dell'elezione sia stato criticato dall'opinione pubblica russa per la sua condanna dell'attacco contro l'Ucraina fatta nel 2022, in questi primi mesi si sono registrati alcuni segnali inaspettati di apertura da parte russa. Non solo la telefonata diretta con il presidente Vladimir Putin negata in oltre tre anni a Francesco, ma anche una pubblica benevolenza da parte dei vertici della Chiesa ortodossa russa. A Kirill è piaciuta la scelta del nome: Leone, come Leone Magno che al concilio di Calcedonia affermò la dottrina delle due nature nell'unica persona di Cristo. Prevost, inoltre, conosce perfettamente le sensibilità dei suoi interlocutori essendo stato membro del dicastero per le Chiese orientali. Il primo Papa statunitense è riuscito dell'impresa non scontata di far ripartire il dialogo coi russi.
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