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Lucio Battisti, l'Enciclopedia Treccani rivela l'ultimo "segreto"
Oggi 20-05-25, 16:05
"In direzione ostinata e contraria" cantava Fabrizio De André. In questa estrema ed efficacissima sintesi di un intero corpus poetico non si rispecchia soltanto l'opera di Faber ma anche quella di un altro autore che ha fatto dell'anticonformismo il fulcro e l'ispirazione della sua musica. Lucio Battisti continua a parlare e a far «suonare» il presente. Andando controcorrente. Senza farsi ingabbiare da mode o tendenze ruffiane. Facendosi trovare sempre un po' più in là. Dove la retorica non riesce a disinnescare la sua arte. Dove il pensiero dominante non può dettargli temi e soluzioni melodiche. Sperimentando suoni e arrangiamenti con libertà, lasciando fan e detrattori sempre, costantemente a bocca aperta. Il suo anticonformismo l'ha sempre pagato a caro prezzo. In prima persona. Dovendo, spesso, rinunciare a onori e tributi ma restando fedele a se stesso. Fino alla fine. Componendo per sé e per altri, cantando la verità scomoda di un musicista controvento. L'Enciclopedia Italiana Treccani gli dedica il secondo volume della sua collana «Miti Italiani», con oltre 180 foto d'epoca di cui molte rare e mai viste, in tutte le sue stagioni: dai primi anni '60 a «Hegel», l'ultimo disco del 1994 che segnò la sua scomparsa dagli obiettivi. Il volume intitolato «Lucio Battisti» indaga anche sul cosiddetto mistero di Velezia, pseudonimo della moglie Grazia Letizia Veronese ma, secondo alcuni, pseudonimo dello stesso Lucio per mascherare, almeno in parte, l'evidente autobiografismo dei testi. Battisti è raccontato nelle varie stagioni della sua vita artistica. C'è il giovanissimo provinciale che coltiva sogni di musica e lavora per anni nel girone dei complessi poveri, il ragazzo cresciuto che riesce a emergere sotto l'ala protettrice di Mogol. C'è il compositore che lotta per essere anche interprete, a dispetto delle sue incomprese doti vocali, e che diventa apprezzato e famoso con una serie di brani a partire dalla celebrata «29 settembre», interpretata da Maurizio Vandelli e dall'Equipe 84. Dagli anni '70 Battisti è una star riconosciuta che rivoluziona le classifiche dei 45 giri e cerca vie originali alla musica. Presto, però, la voglia di novità si scontra con «l'intronata routine del cantar leggero», come confesserà, da cui la rottura del sodalizio con Mogol. Battisti è allora libero di affrontare nuove sperimentazioni. Attratto dai suoni dell'elettronica e affascinato da una nuova poetica dei testi, dai giochi linguistici di Pasquale Panella. Su alcuni testi del tardo periodo si è molto dibattuto: nel volume si parla dell'attribuzione ufficiale a Velezia, pseudonimo della moglie Grazia Letizia Veronese che, secondo alcuni, sarebbe invece lo pseudonimo di Lucio. Di fatto con «E già» inizia la serie dei cosiddetti «dischi bianchi», lontani dalle atmosfere accattivanti del primo periodo e proposti in album che volutamente si presentano spogli, ornati solo da misteriosi segni grafici. Il Battisti dei 50 anni è un artista che fa parlare solo la musica e che nasconde la propria figura proprio come fa Mina, la sua grande estimatrice. A occuparsi del nuovo volume Treccani sono i suoi principali biografi. Riccardo Bertoncelli ha curato il volume e scritto il primo capitolo dedicato agli inizi della carriera, Renzo Stefanel ha raccontato «Battisti alla Numero Uno», Franco Zanetti ha trattato la svolta di «E già», Andrea Podestà ha raccontato di «Battisti-Panella e i dischi bianchi» e Michele Neri ha riassunto la corposa storia di «Battisti americano (e non solo)». Stefanel ha anche redatto 15 schede raccontando le storie, spesso strane e colorite, che stanno dietro a 15 canzoni tra le più significative del repertorio. Un viaggio nella migliore canzone italiana. Con lo sguardo che filtra tra le pieghe della storia. Lasciandoci alle spalle certezze e luoghi comuni. Per farsi cullare nel canto libero del Novecento.
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