s

Malattie croniche dell'intestino, una guida pratica per clinici e pazienti per la migliore aderenza alle cure
Oggi 17-09-25, 12:30
Roma, 17 set. (Adnkronos Salute) - Una delle priorità più urgenti nella gestione delle malattie infiammatorie croniche intestinali (Mici) riguarda l'aderenza terapeutica. Nonostante l'arrivo di trattamenti sempre più efficaci, rimane la difficoltà nel seguire in modo continuativo e corretto le terapie prescritte, con importanti conseguenze in termini di riacutizzazioni - il cui rischio aumenta fino a 5 volte - peggioramento della qualità della vita e sostenibilità del sistema sanitario. Per rispondere a questa esigenza è stato realizzato il consensus paper 'Therapeutic adherence in inflammatory bowel disease: user guide from a multidisciplinary modified Delphi consensus', una guida pratica rivolta a clinici e pazienti, nata dal lavoro congiunto di un panel multidisciplinare e coordinata da Ferring Italia. Il documento, presentato oggi a Milano, è frutto di un percorso collaborativo che ha coinvolto clinici esperti in Mici, uno psicologo e un rappresentante dell'associazione di pazienti Amici Onlus (Associazione nazionale per le malattie infiammatorie croniche dell'intestino). Il testo raccoglie 12 statement validati e propone raccomandazioni operative per facilitare l'aderenza terapeutica, promuovendo un approccio clinico più personalizzato, efficace e sostenibile nella gestione delle Mici. Strutturato con un confronto secondo il metodo Delphi modificato - informa una nota - ha visto la partecipazione di 33 gastroenterologi italiani insieme ai membri del board scientifico, con l'obiettivo di analizzare le principali barriere all'aderenza, individuare i profili dei pazienti a rischio e proporre soluzioni concrete per rafforzare l'alleanza terapeutica tra medico e paziente. Un elemento fondamentale dell'iniziativa è stato il coinvolgimento diretto dei pazienti, grazie a una survey condotta in Italia da Amici Onlus tra febbraio e giugno 2024, che ha raccolto le risposte di oltre 800 persone con Mici. I dati hanno evidenziato come l'età avanzata, la fragilità fisica e la mancanza di una rete di supporto rappresentino fattori chiave di rischio per la non aderenza. "Dietro ogni terapia ci sono storie di vita, scelte quotidiane, sfide silenziose - spiega Salvo Leone, direttore generale Amici Italia - I pazienti ci raccontano quanto possa essere complesso seguire una cura in modo continuativo, soprattutto quando si è soli, anziani o alle prese con più patologie. Non è solo una questione clinica, ma profondamente umana: aderire a una terapia significa credere in un futuro possibile, sentirsi accompagnati, avere fiducia. Per questo dobbiamo costruire percorsi che vadano oltre la prescrizione, capaci di mettere davvero la persona al centro, ascoltandone le esigenze, rispettandone i limiti, valorizzandone le risorse. E' in questa alleanza, tra medico e paziente, tra scienza e umanità, che si gioca la vera efficacia di ogni cura". Secondo i dati raccolti dal panel, tra il 30% e il 60% dei pazienti non segue correttamente le indicazioni terapeutiche, con un rischio fino a 5 volte maggiore di riacutizzazione della malattia e un incremento significativo dei costi sanitari. "La scarsa aderenza terapeutica è un problema spesso sottovalutato, ma con conseguenze cliniche e sociali estremamente rilevanti - sottolinea Alessandro Armuzzi, responsabile dell'Unità operativa Malattie infiammatorie croniche intestinali Irccs Istituto clinico Humanitas di Milano - E' strettamente correlata alla progressione della malattia, all'aumento delle riacutizzazioni e, di conseguenza, a un peggioramento significativo della qualità della vita dei pazienti", come confermano i dati della survey. "Le evidenze raccolte indicano chiaramente che un approccio centrato sul paziente e che tenga conto delle sue esigenze reali è fondamentale per migliorare l'aderenza e, di conseguenza, l'efficacia complessiva del percorso terapeutico. Non si tratta solo di curare la malattia - rimarca lo specialista - ma di costruire un percorso sostenibile, condiviso e realmente accessibile". Uno degli aspetti centrali del consensus riguarda le raccomandazioni per la pratica clinica quotidiana. Nei 12 punti, il documento offre indicazioni concrete per supportare gli operatori sanitari nell'identificazione dei pazienti a rischio di non aderenza, nel miglioramento della comunicazione medico-paziente e nella semplificazione, quando possibile, dei regimi terapeutici. Particolare enfasi è posta proprio sulla semplificazione del trattamento, riconosciuta come una leva fondamentale per migliorare l'aderenza: il 75% dei pazienti - dettaglia la nota - dichiara di preferire la somministrazione orale, mentre il 22% riferisce che una riduzione del numero di somministrazioni renderebbe più semplice seguire la terapia. In generale, ridurre dosi e frequenza può aumentare l'aderenza nel 20-40% dei pazienti, soprattutto in presenza di politerapie o comorbidità. Il documento si propone quindi come uno strumento utile per orientare le scelte cliniche e costruire percorsi terapeutici più sostenibili e personalizzati. Leva essenziale per migliorare l'aderenza si conferma la comunicazione tra medico e paziente. Il consensus evidenzia che il supporto psicologico può migliorare l'aderenza fino al 30% e ridurre del 40% le riacutizzazioni, migliorando quindi l'efficacia complessiva del percorso terapeutico e la qualità della vita. Inoltre, una comunicazione chiara, empatica e personalizzata favorisce la comprensione da parte del paziente delle indicazioni mediche e rafforza la fiducia nel percorso di cura Oltre alla semplificazione delle cure, tra le strategie per migliorare l'aderenza ci sono anche l'attenzione ai fattori legati allo stile di vita, il supporto motivazionale e interventi comportamentali che aiutano i pazienti a integrare la terapia nella loro vita quotidiana. "Il comportamento del paziente, il suo stile di vita e la percezione soggettiva della malattia rappresentano elementi chiave nel percorso terapeutico - evidenzia David Lazzari, direttore Uoc Psicologia, azienda ospedaliera di Terni, past president Consiglio nazionale dell'Ordine degli psicologi - Per questo motivo, il medico non può limitarsi a prescrivere cure, ma deve costruire, insieme col team sanitario, un'alleanza terapeutica fondata sull'ascolto attivo, sull'empatia e su una comunicazione personalizzata. E' fondamentale adattare il linguaggio e l'approccio in base all'età del paziente, al suo livello di comprensione e ad eventuali difficoltà cognitive, ed assicurare il supporto psicologico quando necessario. Solo così si può favorire l'adesione alla terapia e migliorare realmente la qualità della cura". Il progetto nasce dalla volontà di Ferring di contribuire in modo attivo e strutturato al miglioramento dell'aderenza terapeutica nelle Mici, attraverso iniziative basate sull'ascolto, sull'evidenza e sulla condivisione multidisciplinare. "L'aderenza è una delle grandi sfide nella gestione delle patologie croniche, in particolare nelle Mici", afferma Tommaso Salanitri, direttore medico di Ferring Italia. Come biofarmaceutica "siamo da sempre impegnati nell'area gastroenterologica, e crediamo fortemente nel valore di unire specialisti, pazienti e ricercatori per costruire una guida realmente utile nella pratica clinica quotidiana. Questo lavoro - aggiunge - rappresenta un passo avanti importante verso un modello di cura più centrato sul paziente, più efficace per i clinici e più sostenibile per il sistema sanitario. L'aderenza non può essere lasciata al caso: va sostenuta con strumenti, semplificazione terapeutica e una comunicazione efficace. Solo così - conclude - possiamo garantire che le terapie esprimano tutto il loro potenziale a beneficio dei pazienti".
CONTINUA A LEGGERE
2
0
0