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Meloni affronta le toghe rosse: “Avanti con la riforma, i giudici politicizzati non ci fermeranno”
Oggi 27-08-25, 13:30
Standing ovation alla Fiera di Rimini per Giorgia Meloni, al suo primo intervento da presidente del Consiglio al Meeting di Comunione e Liberazione. La premier è stata accolta da un lungo applauso all'ingresso nella Hall Sud e si è commossa durante le parole introduttive del presidente della Fondazione, Bernhard Scholz. “Questo è un evento che da quasi mezzo secolo rappresenta un appuntamento fondamentale nel dibattito politico e culturale del Paese. Per me è un piacere e un onore essere qui oggi. Ho sempre guardato al Meeting con ammirazione: è la piazza del dialogo per eccellenza”, ha esordito Meloni. Sul piano internazionale, la premier ha ribadito la linea italiana dopo il conflitto esploso in Medio Oriente: “Non abbiamo esitato un solo minuto a sostenere il diritto di Israele alla sicurezza dopo il 7 ottobre, un orrore che resterà impresso nella coscienza dei terroristi. Ma non possiamo tacere oggi di fronte a una reazione che è andata oltre il principio di proporzionalità, mietendo vittime innocenti” e colpendo anche “le comunità cristiane”. Meloni ha poi affrontato il tema della guerra in Ucraina: “Dopo tre anni di guerra si sono aperti spiragli per un percorso negoziale, grazie all'eroica resistenza del popolo ucraino e al sostegno compatto che l'Occidente, l'Europa e l'Italia hanno garantito, nonostante un'opinione pubblica non sempre convinta”. E ancora: “La chiave di volta è l'attivazione di robuste garanzie di sicurezza per l'Ucraina, capaci di prevenire nuove aggressioni. È il punto di partenza stabilito a Washington. La proposta italiana, basata su un meccanismo ispirato all'articolo 5 della Nato, è attualmente la principale sul tavolo e di questo dobbiamo essere fieri”. Sul ruolo internazionale dell'Italia, la premier ha sottolineato: “La mia missione è fare in modo che l'Italia si riappropri del posto che le spetta nel mondo: forte, fiera, autorevole. Oggi il nostro Paese si è riappropriato del suo posto nel mondo. Non è più considerato la ‘grande malata d'Europa', ma un modello di stabilità. Gli investitori ci vedono come una nazione sicura e i tassi di interesse sono ormai in linea con quelli della Francia”. Non è mancato un riferimento all'Europa: “Serve un'Europa che faccia meno ma faccia meglio. La sfida è delineare un'Europa del pragmatismo, andando oltre il dibattito stantio tra più o meno Europa”. Poi il capitolo immigrazione: “Abbiamo dato una cornice di serietà e rigore come mai avvenuto prima, perché un'immigrazione regolata e legale può essere una ricchezza, ma quella illegale e incontrollata è un danno per qualsiasi società. Ogni tentativo che verrà fatto di impedirci di regolare il fenomeno migratorio verrà rispedito al mittente. Non c'è giudice, politico o burocrate che possa impedirci di far rispettare la legge dello Stato italiano”. Il passaggio più applaudito ha riguardato la giustizia: “Andremo avanti con la riforma della giustizia nonostante le invasioni di campo di una minoranza di giudici politicizzati che provano a sostituirsi al Parlamento e alla volontà popolare”, ha detto la premier dal palco, rimarcando la determinazione del governo. Infine, un annuncio in chiave sociale ed economica: “Insieme al ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini stiamo lavorando a un grande piano casa per garantire prezzi calmierati alle giovani coppie”.
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