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Meloni-Macron: colloquio fiume per un nuovo asse Roma-Parigi
03-06-2025, 21:43
Tutti sussurrano all'orecchio di Donald Trump: Emmanuel Macron sull'Ucraina, Giorgia Meloni sui dazi. Tra i leader di Francia e Italia, spesso in rivalità, il dialogo è complicato ma a Palazzo Chigi si tenta la riappacificazione con un faccia a faccia fiume. Il presidente francese viene accolto dalla premier. Un bacio e grandi sorrisi, poi il colloquio. L'Italia e "un partner importante" con "un ruolo cruciale da svolgere nelle decisioni europee", in particolare nel conflitto ucraino, spiega la Presidenza francese alla stampa. Questo incontro dovrebbe consentire di verificare che "siamo davvero in grado di andare avanti insieme sulle questioni essenziali", aggiunge. Una fonte governativa italiana spera invece di "gettare le basi per un nuovo rafforzamento delle relazioni" tra i due Paesi "in prima linea sui diversi fronti della politica internazionale". Venerdi scorso Giorgia Meloni aveva riconosciuto delle "divergenze", minimizzandole e smentendo qualsiasi "problema personale" con Macron. "Si sta facendo molto rumore su questo argomento", ha ironizzato, dicendosi "molto felice" di questa visita. L'intenzione dichiarata è quindi quella di appianare le divergenze. Dal 2022, anno della rielezione del progressista filoeuropeo Macron e della vittoria elettorale di Meloni, i rapporti non sono semplici. Il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, a gennaio, ha sconvolto questi equilibri. "C'è una rivalità indiscutibile", osserva Marc Lazar, professore a Sciences-Po a Parigi. I due leader hanno adottato "strategie diverse" nei confronti del presidente americano, "mediazione e compromesso" per l'italiana, "fermezza senza rottura" per il francese, ha detto a France Presse questo specialista delle relazioni transalpine. Secondo lui, il governo italiano "pensa che, essendo ideologicamente vicino all'amministrazione americana", "sarà in grado di farla arretrare sui dazi commerciali". Da parte francese, invece, pur dicendo di "rispettare" il fatto che ciascuno possa "intrattenere con il presidente Trump le migliori relazioni possibili", si insiste sul fatto che i negoziati commerciali sono di competenza della Commissione europea, come per negare a Giorgia Meloni un vero ruolo di mediatrice. Emmanuel Macron si pone, invece, come leader europeo sulla questione ucraina, parlando molto spesso con Donald Trump e invocando le relazioni instaurate durante il primo mandato del miliardario repubblicano. E la sua volontà di costruire una "coalizione di volontari" pronti a fornire "garanzie di sicurezza" all'Ucraina, o addirittura a schierare truppe nel quadro di un futuro accordo di pace con la Russia, ha turbato l'intesa che fino ad allora regnava tra Roma e Parigi su questo tema. Nelle ultime settimane, il viaggio a Kiev del presidente francese con i leader britannico, tedesco e polacco - ma senza Giorgia Meloni - e la riproposizione di questo formato a margine di un vertice europeo in Albania, hanno portato alla luce le divergenze. "Tra europei, la questione dei formati deve essere gestita secondo il principio del miglior impatto possibile a seconda delle circostanze", afferma l'Eliseo. Sul merito, la Francia sottolinea che l'Italia, come altri, "ha sempre insistito" sulla "partecipazione degli americani a questo dispositivo". Secondo Marc Lazar, i diplomatici francesi minimizzano il ruolo italiano partendo dal presupposto che la Francia "e una potenza nucleare, che siede al Consiglio di sicurezza dell'ONU" ed e quindi già meno dipendente dagli Stati Uniti. Le convergenze si annunciano difficili su questo tema delicato, tanto più che un consigliere di Emmanuel Macron ha respinto la proposta italiana di concedere all'Ucraina la protezione prevista dall'articolo 5 del trattato Nato senza farla aderire all'Alleanza Atlantica stessa, per aggirare l'opposizione russa e americana. "E' una formula che merita sicuramente di essere discussa, ma la cui attuazione e senza dubbio difficile, se non altro perché se l'amministrazione Trump rifiuta l'adesione dell'Ucraina, e proprio perché non vuole applicare l'articolo 5 a favore dell'Ucraina", riferisce il consigliere.
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