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Meloni smaschera la sinistra: "Tratta gli italiani da stupidi". Ecco come finirà...
Ieri 30-09-25, 21:57
"Siamo convinti che tra qualche giorno gli elettori della Calabria faranno la stessa scelta fatta nelle Marche con Francesco Acquaroli e confermeranno Roberto Occhiuto. Ci siamo presi delle soddisfazioni in questi anni, ma ancora di più sono quelle che ci prenderemo insieme nei prossimi cinque". Giorgia Meloni non ha dubbi sull'esito del voto di domenica e lunedì. Dal palco allestito a Lamezia Terme, dove arriva su un volo di linea sul quale trova a bordo anche la segretaria dem Elly Schlein e i leader di Avs Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, la presidente del Consiglio afferma chiaramente di puntare al 2-0 per il centrodestra alle elezioni regionali. E lo fa mettendo nel mirino proprio il Pd e il 'campo largo' che si presenta ancora unito a sostengo stavolta del candidato governatore Pasquale Tridico. "I cittadini sono più intelligenti di come li fa la sinistra - attacca l'inquilina di palazzo Chigi che tiene il microfono per oltre 40 minuti dopo gli interventi dei due vice Matteo Salvini e Antonio Tajani -. Guardano al lavoro, ai risultati, alla concretezza di chi li governa e non si fanno ammaliare da slogan facili e fumo gettato negli occhi". "Non si fanno trattare da stupidi come evidentemente li tratta da stupidi chi dice 'vota per il Pd nelle Marche e avrai lo Stato in Palestina', perché la gente non è stupida - rimarca la leader di FdI -. I marchigiani hanno capito quanto quella mossa fosse disperata e hanno invece valutato la concretezza del centrodestra, l'alleanza innaturale e imposta del cosiddetto 'campo largo' e anche il cinismo di chi sfrutta le tragedie per tentare di raggranellare qualche voto". Dopo aver ricordato che "sono i cittadini a metterci in sella e sono gli unici a poterci mandare a casa" e essersi detta "orgogliosa della squadra con cui governiamo Regione e Nazione", Meloni punge ancora l'opposizione tornando sul fresco successo nelle Marche, "anche ribattezzate Ohio" è la battuta della premier, e ribadendo che il centrodestra sta assieme "non per sconfiggere gli altri o perché li detestiamo, ma perché abbiamo una nostra visione del mondo che vogliamo costruire per il bene di questa nazione. Non è la rabbia che ci muove, è l'amore che ci tiene assieme". "C'è bisogno di serietà - prosegue quindi la premier -. Il mondo non trova pace, la guerra continua a soffiare la sua paura, l'odio e la violenza sembrano troppo spesso avere il sopravvento, si moltiplica la schiera di coloro che cercano di avvelenare il dibattito pubblico, che invece proprio in un tempo come questo ha bisogno di responsabilità, perché con le parole non si scherza. Le parole pesano, possono diventare brodo di cultura per le frange più violente, ed è una storia che l'Italia ha già attraversato e che non permetteremo torni". Quella che auspica Meloni, invece, è un'intesa con la minoranza sul dossier relativo alla crisi in Medio Oriente. "Il presidente degli Stati Uniti ha fatto una proposta per la pace che è stata accolta dal governo israeliano, dai Paesi arabi, e che l'Italia sostiene. Vedremo adesso se verrà accolta da Hamas, è un'occasione", spiega prima di volgere lo sguardo a giovedì quando in Parlamento ci saranno delle risoluzioni proprio sulla questione palestinese: "Una volta tanto, ed è un appello che faccio all'opposizione, mi piacerebbe che l'Italia votasse compatta per dimostrare che la pace la si vuole costruire davvero". Una richiesta di compattezza, condita subito dopo però dall'ennesima stilettata: "La pace non arriverà perché Landini indice lo sciopero, perché l'Usb indice lo sciopero, perché i magistrati leggono i comunicati sulla Palestina prima delle udienze. Arriva se qualcuno lavora a proposte serie e su questo davvero mi piacerebbe che lavorassimo insieme". Sui titoli di coda arriva quindi il messaggio di solidarietà alle forze dell'ordine che "anche oggi devono perdere tempo con questi figli di papà dei centri sociali che stanno creando problemi all'Università La Sapienza" e l'annuncio che è stato "avviato l'iter per l'uscita della Calabria dalla gestione commissariale della sanità, perché se lo merita".
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