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Metropoli italiane: i principali trend che stanno cambiando il volto delle grandi città
Oggi 08-09-25, 14:54
Negli ultimi anni, i grandi centri urbani italiani hanno avviato un processo di trasformazione sempre più evidente. A fronte di criticità strutturali che restano aperte, si moltiplicano segnali concreti di cambiamento: città più attente al benessere delle persone, alla qualità della vita, all'inclusività. Un'evoluzione che si riflette nella gestione dello spazio pubblico, nell'organizzazione dei servizi e nel modo in cui si concepisce l'abitare urbano. Queste trasformazioni non riguardano solo le politiche o le grandi opere, ma intervengono sul piano della vita quotidiana. Si manifestano nei luoghi attraversati ogni giorno, nelle scelte amministrative che influenzano il funzionamento dei quartieri, nella crescente attenzione verso la vivibilità degli ambienti urbani. Una dinamica in corso, che sta contribuendo a ridefinire il profilo delle città italiane contemporanee. Le città si orientano sempre più verso i bisogni delle famiglie In molte città italiane si stanno moltiplicando sempre di più le iniziative mirate a migliorare la qualità della vita dei nuclei familiari. Da Nord a Sud, gli enti locali stanno riconoscendo il ruolo strategico delle famiglie nella costruzione di comunità più coese e vivibili. Gli investimenti si concentrano soprattutto sulla cura dello spazio pubblico, sull'accessibilità ai servizi essenziali, sull'offerta educativa e sulla presenza di spazi verdi. Milano, ad esempio, ha avviato negli ultimi anni una serie di interventi che puntano a rendere i quartieri più adatti alla crescita dei bambini e al benessere dei genitori. E non si tratta solo di progetti pubblici: anche alcune iniziative private stanno contribuendo a ripensare la città in questa direzione. Tra queste, merita una menzione UpTown, distretto situato nella zona nord-ovest della città, progettato per proporre un modello urbano family-friendly, improntato alla prossimità, alla sicurezza e alla sostenibilità ambientale. Inoltre, sul suo blog ufficiale UpTown Milano condivide consigli per famiglie con cui sfruttare al meglio le numerose risorse offerte dal capoluogo lombardo per beneficiare di una qualità della vita ottimale. Anche in altre città italiane si registrano segnali di cambiamento orientati ai bisogni delle famiglie: a Bologna, per esempio, il programma Pilastro città dei bambini sta trasformando uno storico quartiere in un laboratorio permanente di inclusione e partecipazione. A Torino, invece, sono stati attivati patti educativi di comunità per rafforzare il legame tra scuole, famiglie e territorio, offrendo nuove opportunità ai più piccoli. La mobilità urbana cambia: meno auto, più accessibilità Negli ultimi anni, la mobilità urbana è tornata al centro del dibattito sulle politiche pubbliche, non più soltanto in chiave ambientale ma come strumento per ridisegnare la vivibilità dei contesti metropolitani. Il superamento del modello autocentrico non è più solo una dichiarazione d'intenti: sono numerosi gli interventi concreti che puntano a riequilibrare lo spazio pubblico a favore di pedoni, ciclisti e utenti del trasporto collettivo. Milano, tra le città italiane più attive su questo fronte, ha avviato una revisione profonda delle proprie infrastrutture, potenziando il trasporto pubblico locale, ampliando la rete ciclopedonale e favorendo l'integrazione tra diverse modalità di spostamento. Gli investimenti su nuove linee tranviarie, l'estensione dei servizi di sharing e l'introduzione di nuove aree a traffico limitato in zone residenziali si collocano in un disegno più ampio, che guarda alla mobilità come fattore di inclusione, salute pubblica e coesione sociale. Accanto alle infrastrutture, si affermano nuovi principi progettuali: attraversamenti più sicuri, nodi intermodali attrezzati, percorsi protetti per l'utenza vulnerabile e una maggiore attenzione alla prossimità dei servizi essenziali. Obiettivo dichiarato: ridurre le disuguaglianze nell'accesso allo spazio urbano e garantire libertà di movimento anche a bambini, anziani e persone con disabilità. In questo scenario, città come Bologna, Firenze e Torino stanno adottando strumenti analoghi, aggiornando i propri Piani Urbani per la Mobilità Sostenibile (PUMS) con obiettivi di decarbonizzazione, ma anche di maggiore equità territoriale. Si delinea così un modello urbano che ridimensiona il peso del traffico privato, restituendo spazio e dignità alle relazioni di prossimità, ai percorsi casa-scuola e ai tempi di vita delle famiglie. La sostenibilità urbana come leva di riequilibrio territoriale Tra i nuovi trend che stanno contribuendo a trasformare le città c'è anche l'attenzione sempre maggiore alla sostenibilità. In molti centri italiani, gli interventi ambientali vengono oggi integrati nei piani di sviluppo urbano, con l'obiettivo di migliorare la qualità della vita e ridurre le disuguaglianze territoriali. Anche in questo caso, Milano rappresenta un caso emblematico. Con il programma Forestami – che prevede la piantumazione di tre milioni di alberi entro il 2030 – la città ha adottato una strategia di lungo periodo che punta a migliorare la qualità ambientale, mitigare gli effetti del cambiamento climatico e rendere più vivibili i quartieri densamente urbanizzati. In parallelo, si moltiplicano gli interventi di riqualificazione basati su criteri ambientali avanzati, che comprendono l'aumento delle superfici permeabili, la valorizzazione della biodiversità e la creazione di corridoi ecologici. Anche altre città si stanno muovendo in questa direzione. Bologna ha avviato progetti di agroforestazione urbana, inserendo spazi coltivabili nei tessuti residenziali, mentre Torino sperimenta comunità energetiche solidali nei quartieri periferici e Bari investe sulla rinaturalizzazione delle aree costiere con l'obiettivo di rafforzare la resilienza territoriale. Queste iniziative non rispondono unicamente a esigenze ambientali, ma contribuiscono a ridurre le disuguaglianze interne alle città, restituendo centralità a contesti a lungo trascurati. La sostenibilità urbana, in questa prospettiva, diventa un fattore strutturale di riequilibrio e coesione, capace di incidere in modo tangibile sulla vita quotidiana delle persone. La riscoperta degli spazi dimenticati In molte città italiane sta emergendo una nuova attenzione per il recupero di edifici e aree abbandonate, trasformati in luoghi destinati alla cultura, alla socialità e alla sperimentazione civica. Un trend che risponde alla necessità di offrire spazi pubblici accessibili, in grado di rafforzare le reti di prossimità e migliorare la qualità della vita urbana. A Torino, per esempio, l'ex fabbrica Superga è stata riconvertita in un centro multifunzionale con laboratori per bambini, coworking e spazi verdi. A Roma, l'ex Caserma di via Guido Reni ospita iniziative culturali temporanee in attesa della riqualificazione definitiva. A Bologna, l'ex mercato rionale di via Albani è stato trasformato in uno spazio civico che ospita attività per famiglie, corsi e servizi per il quartiere. Anche a Milano non mancano esempi significativi, come la riapertura dell'ex mercato coperto di Lorenteggio, oggi sede di iniziative sociali e culturali, o il progressivo riuso di alcuni padiglioni dismessi dell'ex Convitto del Trotter. Sono operazioni spesso condotte in collaborazione tra amministrazioni, associazioni e cittadini attivi, capaci di restituire centralità a luoghi dimenticati e rispondere a bisogni concreti delle comunità locali. Ripensare l'abitare urbano Osservando le trasformazioni urbane in corso emerge chiaramente come le città non siano più soltanto luoghi di produzione e consumo, ma spazi in cui si definiscono nuove forme di convivenza e nuove gerarchie di priorità: educazione, salute, relazioni, qualità dell'ambiente. In questo contesto, la sfida non riguarda solo l'efficienza dei servizi o la qualità architettonica degli interventi, ma la capacità di costruire contesti abitativi che facilitino l'incontro, la partecipazione e la cura reciproca. È da qui che passa il futuro delle città: dalla loro capacità di farsi carico delle persone, dei loro legami e del loro tempo.
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