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Michael Frison scomparso in Gallura, il dolore e l'appello di mamma Cristina
Ieri 31-07-25, 14:11
“Ho vissuto momenti di shock e di panico più totale, soprattutto quando ho scoperto che non erano stati allertati immediatamente i soccorsi”. A parlare è Cristina Pittalis, la mamma di Michael Frison, il 25enne britannico di origini sarde scomparso nel nulla mentre si trovava in Sardegna ormai un anno fa. Cristina è intervenuta al programma Psiche Criminale – Scomparsi, in onda sul canale 122 Fatti di Nera, ad un anno esatto dalla scomparsa di suo figlio. “Ancora oggi sono a pezzi -ha aggiunto Cristina-. Penso che si sarebbe potuto fare molto di più anche da parte delle Autorità, se solo l'allarme fosse stato lanciato per tempo. La cosa che mi fa ancora stare male è il fatto che la ragazza che era in sua compagnia, cittadina britannica, ha lasciato la Sardegna pochi giorni dopo la scomparsa di Michael ed è tuttora irreperibile. Si diceva sua amica, era stata anche ospite dei miei genitori, è l'ultima persona ad averlo visto, quindi il suo aiuto sarebbe di vitale importanza, ma ci è stato negato”. Dal 12 luglio 2024, quando era in vacanza a casa dei nonni materni tra Luras e Luogosanto, si sono perse le sue tracce. Le ricerche e le indagini, tuttora in corso, non si sono mai fermate. Nato e cresciuto nel Regno Unito, Michael tornava spesso in Italia, in Sardegna, terra d'origine di mamma Cristina. Proprio durante il suo ultimo viaggio si è verificata la sua insolita scomparsa in Gallura. Era partito dall'Inghilterra per festeggiare il compleanno con i nonni materni. Nei primi giorni di vacanza alternava momenti di svago al mare a una visita a Castelsardo, presso alcuni amici d'infanzia. Poi decise di prolungare il soggiorno con un'amica arrivata dal Regno Unito. Il 12 luglio montarono una tenda in una fattoria tra Luogosanto e Luras, presso la comunità agricola tedesca. Sabato, nel primo pomeriggio, secondo alcuni testimoni, Michael lasciò tenda, telefono, tablet, portafoglio e documenti nel campo per fare una passeggiata. Poco più lontano, furono rinvenuti i suoi vestiti e una bottiglia d'acqua. L'inchiesta della Procura di Tempio Pausania, fino ad oggi, tende ad escludere la pista dell'allontanamento volontario, anche alla luce delle contraddizioni emerse nei racconti della ragazza e del titolare della fattoria. Mamma Cristina ha approfittato della trasmissione per lanciare un nuovo appello: “Ancora una volta, a Michael rivolgo la mia richiesta di mamma. Se puoi, mettiti in contatto con noi. E ancora una volta mi rivolgo alla sua amica: le chiedo di mettersi in contatto con me, con l'avvocato, con le autorità, anche britanniche. Un appello alla Procura che sta seguendo il caso: per favore, mettetevi in contatto con l'Interpol. Vorrei che le due nazioni iniziassero a collaborare per capire cosa sia successo a mio figlio, magari per risalire a dove si trovi lei, contattarla, fornire nuove informazioni, per portarci alla verità e al ritrovamento di mio figlio”. L'avvocato Maria Marras, legale di Cristina Pittalis, ha fornito importanti aggiornamenti sul caso: “Inizialmente si pensava ad un allontanamento volontario o ad una scomparsa accidentale, come se Michael si fosse perso in quella zona agricola dove trascorreva quei giorni. Poi la Procura ha iniziato a vagliare le testimonianze e, dalle circostanze oggi emerse, l'ipotesi di reato è ben più grave ed è tuttora coperta da segreto istruttorio. Le indagini sono ancora in corso: sono stati effettuati rilievi sugli abiti da parte del Ris di Cagliari e analizzati i dispositivi mobili che Michael aveva lasciato nella stanza in cui era ospite. Da parte nostra abbiamo dato tutto l'apporto possibile alle indagini e abbiamo ottenuto un dettaglio fondamentale: l'amica era in Sardegna, ma svincolata dalla presenza di Michael, quasi come se lui fosse stato uno strumento per questa ragazza, un appoggio per la Sardegna. Lo abbiamo già comunicato alla Procura; questo cambia il quadro delle ipotesi iniziali e darebbe una logica a ciò che è accaduto”. L'avvocato Marras ha inoltre confermato: “Con mamma Cristina abbiamo effettuato ricerche private, ma abbiamo riscontrato che Michael non è passato in quei luoghi, non c'erano segnali di un passaggio. La vegetazione è molto fitta, avremmo dovuto trovare dei riscontri. Cristina ha compreso fin da subito che lui non si sarebbe allontanato da solo e la tesi dell'incidente non ha trovato riscontri. Cristina fu avvisata della scomparsa da quella ragazza tramite Facebook, attraverso un altro profilo. Lesse il messaggio, cercò di arrivare da Bristol in Sardegna e invitò quelle persone a dare l'allarme, dopo aver scoperto che dal 13 sera nessuno lo aveva fatto. Attualmente vive questa situazione con angoscia, senza sapere cosa sia capitato, e col passare del tempo le speranze di ritrovarlo in vita si affievoliscono sempre di più”. Secondo il legale di mamma Cristina, “l'amica di Michael ha fornito tre versioni differenti: prima che lui si fosse allontanato per cercare le scarpe, poi la storia dell'insolazione, altri dicono che era in stato confusionale. Non esiste una versione univoca che accomuni queste persone. È chiaro che qualcosa di strano è successo. Quello che mi chiedo è perché andare in campagna il 12 luglio, in piena estate, con 40 gradi, quando si ha a disposizione il mare della Sardegna. Lei lo ha contattato prima di arrivare sull'isola, quando Michael era con alcuni amici d'infanzia, così si organizzò e posticipò la propria partenza, che era prevista per il 13. La scusa era che aspettava il papà e non voleva restare da sola. Apparentemente era un campeggio, ma in realtà aiutavano nei lavori di ristrutturazione di quella casa in cambio di vitto e alloggio. Su tutto ciò, noi abbiamo già una nostra ipotesi comunicata alla Procura. Il nostro invito – conclude l'avvocato Marras – è ad avviare la collaborazione tra Stati. I fatti sono avvenuti in Sardegna, ma le origini del caso sono oltre i confini nazionali ed è necessario valutare cosa sia capitato prima nel Regno Unito, risentire l'amica e capire davvero cosa sia successo”. Tag24.it e Canale 122-Fatti di Nera, attraverso le rubriche dedicate alle persone scomparse, offrono un servizio di grande valore civico. Questa iniziativa, realizzata in collaborazione con associazioni e famiglie coinvolte, non solo fornisce informazioni aggiornate sui casi di sparizione, ma funge anche da ponte tra le comunità e le istituzioni, facilitando la comunicazione e la ricerca di persone scomparse su tutto il territorio nazionale.
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