s
Michael Jackson, nel film biografico tutta la verità sul re del pop
Oggi 24-11-25, 12:29
Il re del pop è tornato. Almeno al cinema. «Michael», il nuovo biopic dedicato a Michael Jackson, non è ancora uscito nelle sale ma ha già infranto i primi record: il trailer ha frantumato ogni statistica con oltre cento milioni di visualizzazioni globali, diventando l'anteprima di un film biografico musicale più vista di sempre. È la prova che, a 16 anni dalla morte, Michael Jackson non ha mai lasciato il cuore dei fan. Solo pochi giorni fa è diventato la prima popstar a raggiungere la top ten delle classifiche in sei decenni consecutivi. Il film, diretto da Antoine Fuqua, scritto da John Logan e prodotto da Graham King, promette di essere più di un semplice racconto biografico: è una celebrazione, un'indagine, un tributo. L'uscita è programmata per il 24 aprile 2026 e la macchina del mito si è già messa in moto. A vestire i panni e il guanto scintillante di Jacko sarà Jaafar Jackson, figlio di Jermaine e nipote diretto di Michael. È il suo debutto al cinema ma il casting sembra essere uscito direttamente da un atto di fede genetica: la somiglianza fisica, i movimenti, persino l'intonazione della voce: tutto sembra inchiodare lo spettatore a un déjà-vu. Nel trailer Jaafar si muove sul palco con la stessa grazia elettrica che ha reso immortali le esibizioni dello zio. «Scopri la nascita di un re», recita lo slogan. Ma la sensazione è che, più che di nascita, si tratti di una vera e propria resurrezione sul grande schermo. «Michael» attraversa l'intera parabola dell'artista: dal bambino prodigio di Gary, Indiana, al genio globale capace di rivoluzionare la cultura pop. C'è la famiglia Jackson (rigida, affettuosa e talvolta spietata) c'è la fame di successo, ci sono i palchi che tremano al ritmo di «Billie Jean» e c'è quella tensione continua tra perfezione e autodistruzione che ha segnato la carriera della popstar. La pellicola punta a raccontare non solo l'artista ma l'uomo con tutte le sue contraddizioni: la timidezza dietro le luci, l'isolamento dentro i palazzi dorati, l'eterna ricerca dell'amore e della purezza in un mondo che lo vedeva come un alieno. Accanto a Jaafar, il film schiera un cast di prim'ordine. Colman Domingo dà volto e autorità al patriarca Joe Jackson, manager e padre che ha plasmato e forse ferito la carriera dei figli. Nia Long interpreta la madre Katherine, l'unica vera costante nella vita di Michael. Miles Teller, l'astro di «Whiplash» e «Top Gun: Maverick», è John Branca, l'avvocato e co-esecutore testamentario che ha gestito l'impero Jackson. Ci sono poi Laura Harrier come Suzanne de Passe, Larenz Tate nei panni di Berry Gordy, fondatore della Motown, Kat Graham nel ruolo di Diana Ross e Kendrick Sampson come Quincy Jones. A interpretare Michael bambino sarà Juliano Krue Valdi mentre i figli del cantante, Prince e Paris, avranno i volti di Reid e Peyton Riley McConville. È una costellazione di nomi che attraversa epoche e generi proprio come la musica di Jackson. Ma non tutti stanno applaudendo. Dan Reed, regista del controverso documentario «Leaving Neverland», ha accusato la produzione di voler «glorificare un uomo che ha abusato di bambini». Secondo Reed la sceneggiatura screditerebbe i testimoni delle accuse, dipingendo Michael come una figura quasi mistica, circondata da bambini malati e familiari devoti. Parole dure che hanno riaperto un dibattito mai sopito: come raccontare un mito macchiato dalle ombre? La produzione, che include tra i consulenti anche John Branca, storico avvocato e amministratore dell'eredità di Jackson, non ha commentato nel dettaglio. Ma Fuqua ha lasciato intendere che il film non si tirerà indietro di fronte alla complessità del personaggio: «Michael Jackson è stato tante cose: genio, visionario, uomo fragile. Raccontare tutto questo è il nostro compito», ha detto. Il progetto è imponente tanto che si parla di una possibile divisione in due parti, voce che, però, non ha ancora avuto conferme ufficiali. Adam Fogelson, presidente del Motion Picture Group di Lionsgate, ha dichiarato che il team creativo «sta lavorando duramente per poter offrire altri film su Michael subito dopo l'uscita del primo». Un vero universo Jackson, insomma. Le riprese, condotte tra Los Angeles e varie location internazionali, hanno richiesto mesi di lavoro e un'attenzione ai dettagli quasi maniacale: i costumi originali, i passi di danza coreografati con precisione millimetrica, le scenografie che ricreano il mondo scintillante e claustrofobico della popstar più iconica di sempre. Sui social la febbre cresce ogni giorno. Michael Jackson continua a essere una figura che brucia al centro del pop. E se è vero che i re non muoiono mai, allora siamo di fronte solo all'ennesimo capitolo di una leggenda destinata a restare tra noi.
CONTINUA A LEGGERE
4
0
0
Il Tempo
13:12
Quirinale: Verini, 'La Russa al di là del bene e del male'
Il Tempo
13:02
