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Michele Bravi fa il regista: "Sul set Lino Banfi è diventato mio nonno"
18-04-2025, 17:09
Una vicenda familiare che diventa canzone, cortometraggio con Lino Banfi e libro. Una storia che accomuna tanti italiani che lottano per conservare un ricordo d'amore. Nell'edicola degli artisti c'è Michele Bravi che racconta il progetto artistico dedicato ai suoi nonni. (GUARDA LA VIDEO INTERVISTA) Michele Bravi, com'è nata l'idea de «Lo ricordo io per te»? «Non avevo mai scritto la storia dei miei nonni. Un giorno mi sono detto che sarebbe stato bello regalare uno spazio a loro, al loro ricordo e alla loro vita insieme». Cos'hanno rappresentato per lei i suoi nonni Graziella e Luigi? «Mi hanno cresciuto e mi hanno dato un imprinting. Poi l'Alzheimer di mia nonna mi ha trasformato. La loro forza è stata avermi insegnato a gestire tutto come un gioco. La malattia mi ha regalato una nonna sempre bambina, una compagna di giochi nel corpo di una nonna. Non voglio romanticizzare un dramma ma anche mio nonno l'ha sempre accettata e ci giocava». A Sanremo Simone Cristicchi ha interpretato «Quando sarai piccola» che parla di un argomento analogo. Cosa ne pensa? «Ho constatato che queste storie hanno tante cose in comune. Mio nonno faceva le stesse cose che faceva Lino Banfi con sua moglie. Ma Lino e mio nonno non si conoscevano quindi esiste un vocabolario emotivo comune. Il fatto che altri artisti sentano l'esigenza di raccontare quella parte di vita è un modo per dare una testimonianza e mettere in luce un pezzetto di verità». Il suo brano è accompagnato da un cortometraggio con Lino Banfi e Lucia Zotti di cui lei è anche regista. Com'è andata la prima esperienza dietro la macchina da presa? «Volevo essere io a toccare la storia dei miei nonni e avrei avuto paura ad affidarla a qualcun altro. Abbiamo registrato nei loro veri luoghi di vita: la casa e i vicoli sono gli stessi in cui sono cresciuto. Ritrovarsi in quella veste con Lino Banfi che interpretava mio nonno è stato assurdo. Lino ha attinto alla sua esperienza personale. Sul set c'erano due famiglie che volevano dare testimonianza di una cosa che hanno vissuto direttamente e hanno gestito allo stesso modo. Si è creata una forte connessione umana». Poi ci sarà anche un libro? «Uscirà in autunno con Feltrinelli. Non sarà un romanzo ma una rivisitazione metaforica che solo la letteratura può dare. Essendo al fianco dell'associazione Airalzh mi auguro di poter fare del bene. I miei nonni avrebbero messo volentieri la loro storia a disposizione degli altri». Da X Factor in poi ha sempre avuto un rapporto stretto con i talent. Quale consiglio darebbe a un ragazzo che vuole intraprendere questo percorso? «Gli direi di scegliere persone che possano davvero dargli consigli. Quando sei convinto della tua visione creativa, è giusto trovare un dialogo ma non farsi frenare da chi ti dice che non è la regola di mercato o la tendenza musicale. Da una parte c'è la carriera, dall'altra il mercato. L'importante è avere la chiarezza della propria direzione». Le è mai capitato di essere frenato da qualcuno? «Io ascolto sempre tanto ma sono testardo. Ho incontrato persone che mi hanno frenato nel darmi insicurezza. Quella cosa l'ho fatta ugualmente ma se fossi stato più sicuro magari la fioritura sarebbe stata più potente. Sono uno di quelli che ancora credono che le canzoni possano cambiare le cose. Mi tengo stretta questa filosofia e vado avanti». Dopo singolo, corto e libro cos'altro c'è in cantiere? «Sto scrivendo il nuovo disco. In estate arriveranno anche i concerti che sono il momento giusto per far vivere questo progetto dal vivo». Ha mai pensato di proseguire nel cinema? «Mi affascina ma credo che ora sia troppo presto. In futuro, però, mi piacerebbe proseguire. Quando scrivo, immagino le immagini e quando vedo le immagini, immagino il suono. Per me la musica è sempre stata la colonna sonora di qualcosa e mi piace vedere che la storia diventa immagine».
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