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"Moneta" conquista Roma, il ministro Giorgetti: "Italia più affidabile"
18-04-2025, 08:31
Tra nuovi dazi che stanno ridefinendo le regole del commercio globale – con tanto di scricchiolii dell'asse euroatlantico – e regole comunitarie che paiono ormai obsolete, il quadro economico internazionale appare oggi più complesso che mai. Nonostante tutto, però, l'Italia può farcela. Parola del ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, che nel suo intervento ieri a Roma durante presentazione del nuovo settimanale economico «Moneta», ha parlato di un Paese, il nostro, che «anche quando le cose non vanno benissimo, sta comunque bene», grazie alla sua «innata capacità di superare le difficoltà» o, per dirla come va di moda oggi, alla «resilienza che abbiamo nel nostro dna». Resilienza che, secondo Giorgetti, permetterà all'Italia di superare al meglio anche le recenti mosse protezionistiche made in Usa: «Sono certo che supereremo i dazi di Trump meglio di altri» ha affermato il ministro, «e questo per tutta una serie di ragioni», non ultima l'ottimo rapporto che c'è tra il premier Meloni e il presidente Trump (i quali, mentre Giorgetti parlava, non si erano ancora incontrati) e «una simpatia che c'è da parte americana verso il nostro Paese». Ma con gli Usa, ha fatto notare subito dopo, sul tavolo non c'è solo il dossier dazi; l'agenda «è molto complessa, ci sono molte questioni bilaterali di altrettanta importanza che vanno composte come un puzzle», a cominciare da quella che ha definito come «una guerra valutaria tra dollaro ed euro, in grado di generare dazi impliciti». In tutti i modi, per quanto possa apparire bizzarra, la strategia trumpiana, agli occhi Giorgetti, una logica ce l'ha: «È chiaro che Trump abbia preso atto della situazione insostenibile nella bilancia commerciale degli Usa e stia cercando di riequilibrarla», tanto che, non certo per caso, «lo stesso Biden, prima di lui, aveva agito in questo senso», muovendosi però in maniera meno dirompente. Ciò che è certo è che uno degli obiettivi principali dei dazi americani è quello di una necessaria «riscrittura delle regole del commercio globale» tenendo al centro del mirino la Cina, secondo Giorgetti «vero target della strategia di Trump». Ma se è vero che «è la Cina l'avversario strategico degli Usa», è altrettanto chiaro che, ormai, l'Ue non è più «l'alleato senza se e senza ma di un tempo», cosa che sta mettendo in oggettiva difficoltà il rigido impianto regolatorio comunitario, in primis quello relativo al Patto di stabilità. «Io credo che inizialmente Trump volesse negoziare con i Paesi Ue in modo bilaterale», ha detto il ministro, «e solo dopo abbia capito che sul commercio la competenza è comunitaria. Certamente tutto questo porta ad una revisione di molte cose, tra cui il patto di stabilità, ma non solo. Prendiamo le spese per la difesa: per anni abbiamo chiesto invano che fossero escluse dal patto e, oggi, all'improvviso, è l'Ue stessa a chiedercelo». L'Italia, in questo scenario così dinamico e veloce, ha comunque le sue chance: il governo è solido e poi, come detto da Giorgetti, «l'asse di fiducia tra me e Meloni funziona. E finché funziona, va bene così».
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