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Mostra del Cinema di Venezia "per la Palestina". L'ultima trovata di attori e registi: la lettera-appello a suon di schwa
Oggi 24-08-25, 13:59
La galassia ProPal si espande e si mobilita per appropriarsi degli spazi della Mostra del Cinema di Venezia. Mentre centri sociali e collettivi lanciano una manifestazione e danno appuntamento al 30 agosto per denunciare "il genocidio a Gaza" e "la complicità degli Usa e dei governi europei, compreso il nostro", attori, registi e professionisti del settore firmano una lettera-appello a suon di schwa. Sotto la sigla V4P (Venice4Palestine), i vip e i lavoratori che abitano il mondo della settima arte si rivolgono alla Biennale di Venezia e alla Mostra del Cinema e chiedono di destinare momenti del festival alla riflessione su quanto sta accadendo a Gaza. "Il carico è troppo per continuare a vivere come prima. Da quasi due anni a questa parte ci giungono immagini inequivocabili dalla striscia di Gaza e dalla Cisgiordania. Assistiamo, incredulә e impotenti, allo strazio di un genocidio compiuto in diretta dallo Stato di Israele in Palestina. Nessunә potrà mai dire: 'Io non sapevo, non immaginavo, non credevo'. Tuttә abbiamo visto. Tuttә vediamo", si legge nella missiva, in cui più volte appare la vocale neutra, arma dei sostenitori del politicamente corretto. I vip e nuovi maîtres à penser di quella sinistra che punta il dito contro il governo esortano la Biennale di Venezia e la Mostra del Cinema a "celebrare la potenza dell'arte come mezzo di trasformazione, di testimonianza, di rappresentazione dell'umano e di sviluppo della coscienza critica" e, tanto per cambiare, accusano "gli organi di potere, dell'informazione e della cultura" di rilasciare "dichiarazioni spesso tiepide, vaghe, o, peggio, comode". Non manca la quota antifascista: "La semantica, il linguaggio, le parole e le immagini, non sono accessori, specie per chi crede nell'arte: sono una forma di resistenza fondamentale e necessaria. Altrimenti dovremmo arrenderci all'evidenza che essere cineastә o giornalistә, oggi, non ha più alcun senso", scrivono, rivendicando "la necessità di spazi e modalità di narrazione per la Palestina". La lettera è un'escalation di slogan ProPal e di un uso eccessivo del simboletto con cui i progressisti vogliono cancellare il genere dalla lingua. "Noi che siamo il cuore pulsante di questa Mostra, ribadiamo con fermezza che non saremo complici ignavә, che non rimarremo in silenzio, che non volgeremo lo sguardo altrove, che non cederemo all'impotenza e alle logiche del potere. Ce lo impone l'epoca in cui viviamo e la responsabilità di esseri umani. Non esiste Cinema senza umanità. Facciamo in modo che questa mostra abbia un senso e che non si trasformi in una triste e vacua vetrina. Insieme, con coraggio, con integrità. Palestina libera!", concludono attivisti, attori e registi. Tra i firmatari compaiono alcuni dei volti dello spettacolo più schierati a sinistra come Carolina Crescentini, Serena Dandini, Fiorella Mannoia, Gabriele Muccino, Alba e Alice Rohrwacher, Claudio Santamaria, Pietro Sermonti, Toni Servillo e Roger Waters.
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