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Nasce la piattaforma per segnalare i prodotti "made not in Italy", il progetto alla Camera
Oggi 10-05-25, 12:15
È nata da appena 24 ore ma la piattaforma madenotinitaly.com sta già facendo discutere. Il sito ideato dall'agenzia di comunicazione Cenacoli per segnalare prodotti che sfruttano l'italian sounding sta già ricevendo i primi avvisi e le comunità degli italiani all'estero si stanno mobilitando per sostenere l'iniziativa. “Molti nostri connazionali, stufi di vedere in giro brutte imitazioni dei nostri prodotti, mi hanno contattato per raccontarmi cosa accade dove vivono – spiega Livio Buffo, Ceo di Cenacoli e fondatore di oscarwine – Alessandra, una romana trapiantata a New York da 20 anni, mi ha spiegato che fa assaggiare il nostro Parmigiano agli americani per far capire la differenza con le imitazioni a stelle e strisce. Indovinate cosa dicono dopo averlo provato? Per i dazi solo il Governo e la UE possono fare qualcosa ma l'italian sounding si può combattere con molti strumenti, il nostro è uno di questi.” Ogni anno, l'italian sounding fattura quanto il nostro export, tutti soldi che secondo Buffo potrebbero “tornare” alle nostre aziende. La piattaforma è stata presentata alla Camera dei Deputati nel corso dell'evento“Europa, etichette, dazi e vino: contromisure per tutelare il Made in Italy”, che ha visto la partecipazione del vicepresidente del Senato Gina Marco Centinaio, dell'on. Marco Cerreto della Commissione Agricoltura, da Massimo Garzillo, Responsabile mercato vini e alcolici Poligrafico dello Stato e da Andrea di Paolo, vicepresidente di BAT Italia. Molti gli spunti emersi nel corso dell'incontro. Il senatore Centinaio ha elencato una serie di prodotti pseudo italiani trovati nei suoi viaggi all'estero, spiegando l'importanza di questa iniziativa di Buffo che sviluppa un'azione concreta contro l'italian sounding: “Solo per fare un esempio, l'ultima etichetta lanciata in California è quella del CalSecco, che richiama esplicitamente la tradizione del prosecco ma è totalmente made in USA. Quello delle imitazioni è un problema che dobbiamo contrastare a prescindere da come finirà la partita dei dazi, perché colpisce il nostro export e rovina l'immagine dei nostri prodotti originali.” Duro anche l'on. Cerreto che ha puntato sulle nuove norme a tutela del nostro settore agroalimentare: “Il settore vitivinicolo è particolarmente esposto al fenomeno dell'agropirateria e all'italian sounding. Per questo il Governo sta intervenendo con decisione, sia per contrastare una narrazione ideologica che dipinge il vino come nocivo, sia per rafforzare la tutela del prodotto autentico. Tra le misure già adottate vi sono l'introduzione di nuovi reati contro la contraffazione nel codice penale, il potenziamento dell'etichettatura con fascette obbligatorie per DOC e DOCG realizzate dal Poligrafico dello Stato, e un sistema integrato di controlli e tracciabilità.” Che l'Italia sia più forte e stia rafforzando le sue difese lo sta dimostrando il ritorno nel nostro paese degli investitori stranieri coma BAT Italia che ha creato un hub a Trieste: nuovi posti di lavoro, respiro a uno storico settore agricolo e conferma che il Made in Italy può essere un volano straordinario per il nostro Paese. “Come azienda internazionale con profonde radici in Italia – ha spiegato Andrea Di Paolo, Vicepresidente BAT Italia – continuiamo a investire significativamente nel Paese perché crediamo fermamente nel valore del Made in Italy e nell'eccellenza del settore agroalimentare italiano. Il nostro impegno si riflette nel costante supporto ai produttori di tabacco italiani, una filiera che coinvolge oltre 400 piccole e medie imprese agricole e circa 6.000 operatori.” Infine, uno sguardo alla sicurezza con Massimo Garzillo del Poligrafico dello Stato: “Il nuovo contrassegno di Stato con la bandiera tricolore permetterà un'immediata identificazione e riconoscibilità delle produzioni Made In Italy, sarà più sicuro ed efficiente. I nuovi contrassegni proteggeranno in maniera più efficace i vini italiani dai falsi grazie a tecniche di sicurezza simili a quelle presenti nelle banconote e a un QRCODE grazie al quale, in maniera veloce, tutti potranno accedere ai dati di tracciabilità e anticontraffazione del prodotto.”
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