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"No ai dipendenti comunisti": parla lo chef finito nella bufera. Quelli di destra "volenterosi"
Ieri 09-07-25, 10:07
Paolo Cappuccio, chef stellato con 35 anni di esperienza nella ristorazione di lusso, è finito nella bufera per aver scritto sui social di non volere dipendenti “comunisti/fanca**isti, con problemi di alcol, droghe e di orientamento sessuale”. Il post, inutile dirlo, ha sollevato un gran polverone ed è stato fatto rimbalzare da un sito all'altro. Il cuoco, a quel punto, ha deciso di oscurarlo. Ora, con le acque mediatiche un po' meno mosse, ha voluto spiegare le ragioni di quell'intervento. La premessa è importante. "Da decenni gestisco diverse brigate in giro per l'Italia e da dopo il Covid abbiamo perso il controllo dei dipendenti", ha raccontato a Il Giornale, specificando che in maniera sempre più ricorrente si è trovato a dover fare i conti con lavoratori che pensano di avere "pochi doveri e tantissimi diritti" e che con i loro atteggiamenti rischiano di far saltare l'organizzazione dei servizi da offrire ai clienti. "Provi ad immaginare se in un albergo di lusso dove hai cinque cuochi, una mattina non si presenta nessuno a fare le colazioni perché non si vogliono svegliare all'alba", ha detto a mo' di provocazione, riportando anche che, in caso di rimprovero, i dipendenti "se ne vanno negli alloggi e si mettono in malattia". Una tendenza, questa, difficile da invertire. Ma che c'entrano i comunisti? "Nella mia esperienza trentacinquennale di ristorazione in hotellerie in giro per il mondo, il dipendente comunista è quello che arriva e immediatamente si lamenta perché si mangia male in mensa. Dice di non avere sufficienti diritti, non vuole lavorare il festivo, e chiede quando gli arriva la tredicesima ancora prima di iniziare a lavorare", ha spiegato Cappuccio. Meglio, secondo lui, i lavoratori con "la mentalità di destra". Il motivo? "Più rigorosi, volenterosi, propositivi. Iniziano come camerieri con l'obiettivo di diventare titolari. È chiaro che la mia è una generalizzazione esasperata ma la differenza è abissale", ha risposto.
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