s

No di Meloni e Salvini al riconoscimento dello Stato di Palestina: "Controproducente ora"
Ieri 26-07-25, 21:13
Roma non seguirà l'esempio di Parigi e non riconoscerà lo Stato di Palestina, come invece farà la Francia durante l'Assemblea generale dell'Onu a settembre. A differenza del presidente Emmanuel Macron - che in mattinata ha sentito telefonicamente il primo ministro britannico Keir Starmer e il cancelliere tedesco Friedrich Merz per un "briefing sulla situazione a Gaza, in Iran e in Ucraina" -, Giorgia Meloni ritiene che i tempi non siano ancora maturi vista la situazione in Medioriente. "Io credo che il riconoscimento dello Stato di Palestina, senza che ci sia uno Stato della Palestina, possa addirittura essere controproducente per l'obiettivo - spiega l'inquilina di Palazzo Chigi a Repubblica -. Se qualcosa che non esiste viene riconosciuto sulla carta, il problema rischia di sembrare risolto, quando non lo è. Quanto ho detto è la ragione per la quale essendo favorevolissima allo Stato della Palestina, non sono favorevole al suo riconoscimento a monte di un processo per la sua costituzione". Le parole della premier, che domenica e lunedì è in missione in Etiopia per co-presiedere il terzo Vertice Onu sui sistemi alimentari in programma ad Addis Abeba, fanno il paio con quelle del vice Matteo Salvini, secondo il quale il riconoscimento dello Stato palestinese "adesso è un regalo ad Hamas". Il segretario della Lega fa anche un parallelismo: "È come se noi ai tempi avessimo ragionato con le Brigate Rosse, di questo si tratta. Io regali ai terroristi islamici non ne faccio. È chiaro che l'obiettivo finale è avere due popoli due Stati che convivano pacificamente, ovviamente, però un riconoscimento adesso è sbagliato, soprattutto nei confronti del percorso di pace". Una linea, quella del governo, fortemente criticata dal centrosinistra. Se per la segretaria dem Elly Schlein "Netanyahu va fermato" ed è ormai giunto il momento di "alzare la voce per dire basta a quanto sta accadendo a Gaza e in Cisgiordania", per il leader del M5s Giuseppe Conte quella della premier è una "miserevole tesi" e una "giustificazione codarda". In più, incalza, è "un atto di sudditanza verso il criminale di guerra Netanyahu. Il governo Meloni continua a remare contro la pace, contro i diritti del popolo palestinese, e a giustificare il genocidio a Gaza". All'attacco anche Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni di Avs. "Meloni finge di sostenere l'obiettivo di uno Stato palestinese, ma nei fatti lo boicotta - afferma il leader dei Verdi Italiani -. Il suo è un atto di codardia e servilismo, si allinea alle posizioni più reazionarie di Trump". Sulla stessa linea sia il segretario di SI - "una posizione vigliacca subalterna alle peggiori intenzioni del suo vate Trump" - che quello di +Europa, Riccardo Magi: "Il no di Meloni al riconoscimento da parte dell'Italia allo Stato di Palestina, più che dalla real-politik, sembra dettato dalla miopia politica, oltre che dalla sudditanza ideologica verso gli Usa di Trump". A difendere la posizione espressa da Meloni, definendola "ineccepibile", è invece Edmondo Cirielli, viceministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, che assieme al collega Francesco Lollobrigida farà parte della delegazione italiana in Etiopia. Pensare di risolvere una vicenda complessa come quella del Medioriente "attraverso scorciatoie - sostiene l'esponente di FdI -, come fa la sinistra usando parole di odio intrinsecamente offensive contro il premier italiano per ragioni demagogiche di mero calcolo elettorale, fa perdere di vista gli obiettivi e non apporta alcun contributo concreto".
CONTINUA A LEGGERE
6
0
0
Guarda anche
Il Tempo
Ieri, 23:04
Fiamingo e Santuccio "Peccato, siamo sempre salite sul podio"
Il Tempo
Ieri, 22:49
Vanni "Felicissimo, è un oro vinto da squadra"
Il Tempo
Ieri, 22:40
Darderi vince anche a Umago, quarto titolo Atp in carriera
Il Tempo
Ieri, 22:29
Azzurri del fioretto "Siamo campioni del mondo"
Il Tempo
Ieri, 22:23