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"Non so, affari suoi...". Quella frase misteriosa dello zio di Sempio sul prestito: resta il giallo
29-09-2025, 20:00
Le parole di Patrizio Sempio, zio paterno di Andrea Sempio, pronunciate dinanzi al suo cancello ad Alagna, mantengono un tono dimesso ma oggi risuonano con un peso diverso: "Ho fatto un prestito a mio fratello… Me li ha restituiti e per me è chiusa lì". Quell'assegno da 5.000 euro versato da Giuseppe a Patrizio, subito ritirato in contanti, compare nel decreto di perquisizione della Procura di Brescia come una delle “movimentazioni anomale” da verificare in relazione alla presunta corruzione dell'ex procuratore aggiunto di Pavia, Mario Venditti. Secondo l'accusa, quest'ultimo avrebbe ricevuto una somma di denaro, nell'ordine di 20-30.000 euro, per favorire Andrea Sempio nel procedimento che otto anni fa lo vedeva indagato per l'omicidio di Chiara Poggi, uccisa a Garlasco il 13 agosto del 2007. Da ciò emergerebbe che, molto prima dell'archiviazione ufficiale (richiesta il 15 marzo 2017 e accolta il 23 marzo), si sarebbe profilata un'intesa “predisposta”. Ma adesso entrano in campo altre date e altri indizi che mettono in luce crepe nella ricostruzione degli anni passati: secondo gli ultimi sviluppi della nuova inchiesta che vede indagato Andrea Sempio per concorso in omicidio, diversi tasselli dell'inchiesta originaria non “tornano”. E il DNA trovato sotto le unghie di Chiara Poggi, considerato valido secondo Marzio Capra, genetista storico consulente della famiglia della vittima, diventa ora una condizione che apre realisticamente la possibilità di un confronto con il profilo genetico di Andrea Sempio. Nel caso di compatibilità tra i due DNA, l'investigazione sarebbe a un punto di svolta. La Procura di Brescia, dunque, ha posto sotto la propria lente movimenti bancari anomali, prestiti tra familiari, contatti opachi e omissioni nelle intercettazioni ambientali da parte della polizia giudiziaria di Pavia. Ma anche interventi non annotati, come incontri tra rappresentanti dell'Arma e gli Sempio che non sarebbero motivati da atti ufficiali, e - non ultime - le tempistiche sospette dei movimenti di denaro, coincisi proprio con il periodo dell'archiviazione di Sempio. Vedremo se i giudici crederanno alla versione di Patrizio: “Non so a chi li ha dati, se ha comprato immobili o una macchina… Quando mi hanno interrogato mi hanno chiesto: ‘Dà soldi a suo fratello e non sa perché?' Sono affari suoi.” Ma il fatto che quell'assegno da 5.000 euro sia stato subito ritirato in contanti e che sorgano dubbi sui restanti 43.000 euro emessi da zie paterne, uniti ai 35.000 prelevati in contanti, costituiscono oggi una rete difficile da ignorare agli occhi della Procura. Un altro frammento del grande enigma processuale che grava sul delitto di Chiara Poggi.
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