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Omicidio Martina Carbonaro, la versione dell'assassino non torna
Ieri 14-07-25, 12:34
L'ha colpita più volte con un sasso alla testa per un abbraccio negato, poi l'ha seppellita tra i rifiuti mentre era ancora viva. È morta dopo un'agonia Martina Carbonaro, 14 anni appena, la ragazzina di Afragola (Napoli), trovata priva di vita all'interno di un edificio in via di ristrutturazione che si trova nell'area dell'ex stadio Moccia di Afragola, non molto lontano dalla sua abitazione. Un femminicidio consumato con almeno 3 colpi inferti alla testa della ragazza con una grossa pietra, forse un frammento di cemento, anche quando la 14enne era già a terra. A confessare il delitto è stato l'ex fidanzato di Martina, il 19enne Alessio Tucci, in carcere con l'accusa di omicidio pluriaggravato e occultamento di cadavere. Un caso risolto in poche ore, ma che ancora non racconta tutti gli aspetti che fanno da cornice ad un delitto tanto efferato quanto inspiegabile, se solo si pensa alla giovanissima età di entrambi i protagonisti. I due erano fidanzati da almeno due anni, nonostante Martina all'epoca avesse solo 12 anni e lui appena 16. Il caso di Martina Carbonaro e la versione fornita dall'assassino reo confesso sono stati al centro dell'approfondimento del programma Incidente Probatorio, in onda sul canale 122 Fatti di Nera. Si parte dai nuovi accertamenti tecnico-scientifici disposti dalla Procura di Napoli Nord, che coordina le indagini sul femminicidio della minorenne di Afragola. Gli inquirenti hanno incaricato i carabinieri del Ris di eseguire le analisi sul grosso frammento di cemento, ritenuto l'arma del delitto utilizzata da Tucci per colpire Martina, ritrovato con alcune tracce di sangue in occasione del primo sopralluogo insieme agli occhiali della vittima. Analisi e accertamenti saranno eseguiti anche su alcuni peli (o capelli) trovati tra l'indice e il pollice della mano della vittima, tracce di pelle sotto le unghie della ragazzina e su un paio di sneakers sequestrate a Tucci. Dai primi risultati dell'autopsia eseguita sulla salma della ragazzina, è emerso che Martina sarebbe morta dopo un'agonia, contrassegnata dalla sofferenza. Sono state rilevate quattro ferite principali sul cranio, sia sulla parte frontale che nella parte posteriore, con una vasta emorragia cerebrale, e sul collo sono state riscontrate delle lesioni. Nonostante la confessione del 19enne, gli inquirenti non lasciano nulla al caso e proseguono le verifiche anche sui 7 dispositivi informatici sequestrati: è stata disposta la copia forense dei cellulari della vittima, dell'ex fidanzato, dei familiari di quest'ultimo, e del tablet di Martina. La Procura di Napoli Nord ha delegato queste operazioni ai carabinieri della sesta sezione "Cyber investigation" del comando provinciale di Napoli mentre i genitori di Martina, insieme con il loro legale, l'avvocato Sergio Pisani, hanno scelto come consulente di parte l'ingegnere e professore Lorenzo Laurato. Dalle chat si cerca di ricostruire cosa sia accaduto immediatamente prima e poco dopo l'efferato delitto. Basti pensare al fatto che Alessio Tucci, dopo aver ucciso Martina, è tornato a casa a mangiare e poi ha partecipato alle ricerche della 14enne scomparsa. Tutti questi elementi emersi finora, secondo la psicologa giuridica e criminologa Elisa Caponetti, fanno emergere che “il ragazzo che ha agito con ferocia, cattiveria, crudeltà indicibile, lasciando Martina agonizzante in quel modo. Non ci può essere una richiesta di perdono, non è credibile, soprattutto adesso è troppo prematuro. Questo ragazzo ha dimostrato di non avere empatia: nei momenti successivi ha assunto una doppia faccia, è andato a mangiare, ha aiutato i genitori nelle ricerche, prendendo un distacco da quel che aveva fatto. Non si può sentire un perdono autentico dopo un comportamento di questo tipo, sembra abituato a mentire, ad alterare i fatti ed essere così crudele. Martina aveva dimostrato la sua capacità di autodeterminarsi, di interrompere la relazione, il che ha sancito la consapevolezza che lei avesse interrotto quel controllo da parte del ragazzo”. La sociologa e criminologa Alessia Belgianni ha sottolineato che “bisogna attendere le risposte scientifiche, ma Martina molto probabilmente si era difesa, forse ha avuto una colluttazione, lo dimostrano le tracce ritrovate sotto le unghie. Purtroppo, ci troviamo davanti a tanti atti criminali commessi da giovani e adolescenti, i numeri sono in netto aumento ed è un dato allarmante, una vera e propria emergenza sociale. Sulla lettera che Alessio Tucci ha scritto al Papa, credo che in questo caso il pentimento vero non esisterà mai”. Daniela Di Camillo, presidente del Laboratorio del Possibile, ha posto l'accento sull'età dei due giovani: “Martina era fidanzata da quando aveva solo 12 anni, da quando lui ne aveva 16. Se pensiamo che una bambina di 12 anni possa fidanzarsi, legarsi in un rapporto che è impegnativo, allora siamo lontani dalla prevenzione. Come nel caso di Giulia Cecchettin, anche per Martina c'era stato uno schiaffo precedente, ma nessuno aveva fatto niente”. La giornalista Angela Marino ha parlato delle tante aggravanti contestate dagli inquirenti e dell'esclusione della premeditazione: “L'arma impropria è stata reperita sul posto, quindi è difficile contestare la premeditazione. Ma il quadro nei confronti di Tucci è già grave, perché sussistono i futili motivi, l'abuso della relazione affettiva, la crudeltà, ed è contestato anche il reato di occultamento di cadavere. Inoltre, il giudice ha sottolineato la personalità violenta e incapace di controllare gli impulsi, emettendo la misura cautelare per scongiurare un pericolo di reiterazione”. Secondo Angela Marino “bisogna tener conto che questi ragazzi ereditano modelli affettivi e relazionali già compromessi. Lo schiaffo in certi contesti è una rivendicazione di proprietà. Soprattutto tra i giovani di alcune periferie c'è una sorta di normalizzazione della violenza. Purtroppo, in certi territori i ragazzi sono cresciuti in un deserto educativo”. La puntata sul delitto di Martina Carbonaro è disponibile sulla piattaforma Cusanomediaplay.it
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