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Ora tocca alla Calabria: Tridico sfida Occhiuto, ma non potrà votarsi
Ieri 30-09-25, 15:50
Dalle Marche alla Calabria, la Regione che andrà alle urne tra sei giorni, il 5-6 ottobre. La nuova sfida riguarda, il governatore uscente e ricandidato dal centrodestra, Roberto Occhiuto, ed il front man del campo largo, il pentastellato Roberto Occhiuto. Un'altra contesa in salita per la sinistra, gli ultimi sondaggi fotografano un netto vantaggio del Presidente di Forza Italia, dietro di lui distanziato il padre del reddito di cittadinanza, scelto da Giuseppe Conte, con il benestare di Elly Schlein. Ci sarà comunque una sostanziale differenza con il voto marchigiano: sarà impossibile vedere l'economista 5 stelle con la scheda in mano. Per quale motivo? Da più di trent'anni Tridico non vive in Calabria, da decenni è residente a Roma. Eppure il candidato in queste settimane aveva continuato a fare dichiarazioni d'amore per la sua «terra», incappando anche in qualche gaffe. «Sono più che calabrese - disse in una tv locale l'ex Presidente dell'Inps - posso parlare nei dialetti delle nostre tre Province». Peccato che nel frattempo le Province della Calabria siano diventate cinque. Tridico però aveva una giustificazione: lui aveva già abbandonato la Regione per trasferirsi nella Capitale. Il candidato avrebbe avuto tutto il tempo necessario per trasferire la residenza. Il suo nome è stato ufficializzato tra il 20 e il 23 agosto: le liste elettorali vengono depositate un mese prima del voto. Ovvero il tempo necessario per cambiare il domicilio entro il 5 settembre per poter tranquillamente votare domenica 5 ottobre. Evitando così l'ennesimo passo falso. Inutile dire che, una volta emersa, la notizia ha destato stupore e sconcerto tra i dirigenti locali del Partito democratico e del Movimento 5 Stelle. Per loro una sofferenza che continua: «In che mani ci siamo messi?». Certo è che l'eurodeputato (è capo delegazione 5 stelle) fino all'ultimo ha tentato di resistere: insomma di tornare in Calabria non ne aveva nessuna voglia, «ho da fare a Bruxelles». Poi si è concretizzato il "sacrificio": la segretaria del Pd non sapeva chi candidare. Poi c'era da fare un secondo regalo (dopo Roberto Fico in Campania) all'avvocato di via di Campo Marzio. Tridico poi aveva pensato di farsi aiutare da un compagno di gruppo al Parlamento Europeo, Mimmo Lucano. L'ex sindaco di Riace aveva accolto la sfida, avrebbe dovuto essere capolista di Avs. Peccato che fosse incandidabile, per la condanna a 18 mesi sulla gestione dell'accoglienza dei migranti. Morale: tra pochi giorni il supplizio di Tridico potrà finire, Bruxelles chiama.
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