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Orsa F36, due cacciatori rinviati a giudizio. Brambilla: "Spiraglio di giustizia"
Oggi 09-09-25, 14:51
L'orsa F36 fu uccisa con «crudeltà e senza necessità». Il pubblico ministero di Trento, Patrizia Foiera, ha disposto il rinvio a giudizio di due delle quattro persone indagate per l'uccisione del plantigrado. La decisione è arrivata a seguito di una denuncia presentata dall'associazione ‘Leal Lega antivivisezionista' e l'udienza preliminare è stata fissata per il 9 febbraio 2026 presso il tribunale di Trento. «I due cacciatori (entrambi settantenni ndr) avrebbero ucciso l'orsa F36 sparandole con un'arma da caccia a canna rigata- ha spiegato Gian Marco Prampolini, presidente Leal- pur non sussistendo alcun pericolo per la loro incolumità o quella di terzi, dato che l'animale non mostrava comportamenti aggressivi o confidenti». L'orsa sarebbe dunque morta a causa di shock ipovolemico, risultato di lesioni traumatiche agli organi vitali provocate dal proiettile. L'organizzazione, ha aggiunto Prampolini, «sarà presente in aula e si costituirà parte civile per chiedere giustizia per la morte dell'orsa F36. Vogliamo lanciare un messaggio forte contro ogni forma di crudeltà nei confronti di orsi e di tutta la fauna selvatica». Sul caso è poi intervenuta Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la difesa degli animali e dell'ambiente. «Fin dal primo momento, quando F36 fu ritrovata morta- ha commentato- abbiamo pensato ad un atto di bracconaggio, non solo per i segni che sono stati rilevati e poi correttamente interpretati con l'autopsia alla quale abbiamo partecipato con un nostro esperto, ma soprattutto perché l'uccisione dell'orsa si inseriva perfettamente nel clima di odio e intolleranza creato in Trentino dall'amministrazione Fugatti che aveva messo F36 nel mirino. Perciò, nonostante la richiesta di archiviazione, abbiamo sempre insistito perché l'azione penale fosse esercitata. Ora si apre uno spiraglio, si può sperare giustizia per mamma orsa». La ricostruzione, due anni fa la morte di F36 L'orsa F36 aveva sei anni quando venne uccisa. Il 30 luglio 2023, a Mandrel, aveva messo in fuga una coppia di cacciatori non armati e il 6 agosto dello stesso anno fu segnalata per un falso attacco a una coppia di escursionisti sempre nel comune di Sella Giudicarie. A seguito di ciò, fu condannata all'abbattimento il 7 settembre 2023 dal presidente della provincia Maurizio Fugatti attraverso un provvedimento poi giudicato illegittimo dal Consiglio di Stato. Si innescò un clima di paura e legittimazione a uccidere, l'orsa finì al centro della cronaca. Fino a quando venne ritrovata morta nel tramontare di settembre 2023. F36 era dotata di radiocollare e aveva con sé un cucciolo. Per le associazioni animaliste fu «condannata a morte da una politica miope e accanita nei confronti degli orsi».
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