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Osama Alisawi l'italiano: la laurea a Venezia, l'asse con Hannoun e i milioni ad Hamas
Oggi 31-12-25, 08:00
Per comprendere appieno chi è Osama Alisawi bisogna tornare indietro negli anni. L'ex ministro dei Trasporti di Hamas, referente finale di quella che la procura di Genova considera la "cellula" italiana del gruppo terroristico, è strettamente legato all'Italia. È nel nostro Paese che si è formato. È nelle nostre università che ha studiato ed è sempre qui da noi che ha costruito un legame di ferro con Mohammad Hannoun, il principale indagato nell'inchiesta Domino, portata avanti da Digos, Finanza e Antiterrorismo. Prima di diventare una figura di spicco di Hamas, il nostro Osama, scrive il gip nell'ordinanza che sabato scorso ha portato all'arresto di nove persone, «ha soggiornato per molti anni in Italia». Classe 1966, conosciuto anche come Abu Obaida, «è stato con Mohammad Hannoun, nel 1994, uno dei fondatori dell'Abspp», l'associazione che secondo l'accusa si occupava di raccogliere donazioni benefiche che, una volta arrivate a Gaza, si trasformavano in finanziamenti diretti al gruppo terroristico. In un verbale dell'Abspp risalente al 15 ottobre 2001, si scopre addirittura che Alisawi aveva assunto la presidenza dell'associazione. Ma torniamo alla sua formazione. «Si è laureato in architettura all'Università di Venezia nel 1995». Poi, nel 2005, «ha conseguito un master al Politecnico di Milano». Ed è in questi anni che è diventato centrale nell'attività dell'Abspp, «confermata dal fatto - si legge ancora nelle carte - che l'indagato è stato titolare di una delega ad operare sui conti correnti» dell'associazione tra il 2001 e il 2009. Nel frattempo, però, il richiamo della madrepatria si era fatto pressante. Così, nel marzo 2003, decide di trasferirsi stabilmente a Gaza. C'era bisogno di lui sul posto. Nel 2006, come noto, Hamas ha vinto le elezioni a Gaza e ha iniziato a porre le basi del suo regime. Osama Alisawi ha fatto carriera. «Ha ricoperto la carica di ministro dei Trasporti nel governo palestinese presieduto da Ismah'il Haniyeh». Quest'ultimo è stato capo dell'ufficio politico di Hamas dal 2017 al 2024, nonché primo ministro dell'Autorità Nazionale Palestinese dal 2006 al 2007[5] (pur mantenendo nominalmente la carica fino al 2014[6]) e capo dell'amministrazione della Striscia di Gaza dal 2014 al 2017. L'esercito israeliano lo ha ucciso il 31 luglio 2024. Ma torniamo a Osama l'italiano. A Gaza ha continuato ad arricchire il suo curriculum. È diventato presidente del Blocco Islamico nell'Unione degli ingegneri, vicepresidente dei sindacati professionali di Hamas. Ma non si è mai dimenticato di Hannoun e compagni. Già in un'intercettazione del 2003, Alisawi spiegava come far arrivare il denaro sul conto giusto, facendolo pervenire direttamente proprio all'associazione degli ingegneri. Ma ancora più significativa è un'altra conversazione del 17 novembre 2017, in cui Hannoun parlando con Sulaiman Hijazi ribadisce il ruolo centrale dell'Osama italiano a Gaza: «Se la tua sede deve consegnare i soldi che spettano agli orfani deve recarsi da Abu Obaida. L'associazione Al Salah andrà a dire di avere 400 orfani e sono oneri finanziari per tre mesi. Abu Obaida fissa un appuntamento per il 10/10 e gli dice che sta venendo per consegnare i soldi degli orfani, hai capito?». Più avanti, nella stessa conversazione, Hannoun dice che Abu Obaida riceve centomila euro al mese dall'Italia. Un rapporto arrivato ai giorni nostri. Anche le indagini svolte nell'inchiesta degli ultimi due anni avrebbero confermato i rapporti tra Hannoun, gli altri indagati operanti in Italia e Osama Alisawi alias Abu Obaida. Perché, scrive il gip, «Alisawi da Gaza continua ad essere il collettore e il referente degli aiuti inviati dall'Abspp in Medio Oriente». Infine, nell'agosto del 2024, Abu Falastine, parlando con Hannoun riporta le lamentele di Alisawi: «Mamma mia hanno fatto arrabbiare Abu Obaida per il... Mi ha mandato un messaggio poverino». Al che, Hannoun replica: «Mi ha mandato un messaggio, ci ho parlato». Falastine: «Ah, Avresti dovuto dire loro, "chiedo al rappresentante e vi faremo sapere"». Hannoun: «Sceicco, nel nord di Gaza è tutto». Falastine: «Abu Obaida su questa questione non vuole che nessuno lo scavalchi». Insomma, guai a scontentarlo.
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