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Papa Francesco, manovre in Vaticano: si muove la fronda dei conservatori
11-03-2025, 07:31
Il 13 marzo Papa Francesco festeggerà il dodicesimo anniversario della sua elezione. Sarà tuttavia una ricorrenza segnata dalla mestizia, perché il pontefice è ricoverato al Policlinico Gemelli da quasi un mese e la data per le sue dimissioni dal nosocomio romano al momento non è nemmeno ipotizzabile. In questi dodici anni di pontificato Bergoglio ha indetto ben dieci Concistori per la creazione di nuovi cardinali, elevando alla porpora 163 presuli dei quali, ad oggi, 109 saranno elettori – perché al momento hanno meno di ottant'anni- in un prossimo Conclave. Come abbiamo già scritto nei giorni scorsi, gli eminentissimi che potranno varcare la porta della Cappella Sistina e sedersi al cospetto del Giudizio Universale michelangiolesco per votare il prossimo Papa sono attualmente 137, cioè 17 in più del tetto massimo di 120 imposto da Paolo VI e confermato sia da Giovanni Paolo II che da Benedetto XVI. Oltre ai 109 elettori nominati da Bergoglio il corpaccione elettorale annovera ancora 23 titolari di zucchetto rosso creati da Ratzinger e 5 da Giovanni Paolo II. A un occhio poco avvezzo alle reali dinamiche geopolitiche del Collegio elettorale più esclusivo del mondo basterebbe far di conto per affermare che Francesco nel corso degli anni ha blindato la propria successione imponendo la berretta purpurea a personalità che hanno la sua medesima visione della Chiesa e del mondo. Non è affatto così, anzi. Paradossalmente questo Papa ha creato molti cardinali di cui nemmeno lui conosce esattamente il pensiero e tanti altri, via via che la spinta innovatrice di questo pontefice ha scalfito alcune delle più ferree certezze dogmatiche, liturgiche ed ecclesiali, se ne sono allontanati discordando chi più, chi meno apertamente dalla sua idea di Chiesa. Bergoglio è riuscito addirittura a inimicarsi un intero continente, l'Africa, che con i suoi 18 cardinali elettori è compatta nel giudicare negativamente questo pontificato. Il capofila di questa rivolta continentale è il cardinale congolese Fridolin Ambongo Besungu, Arcivescovo di Kinshasa e Presidente delle Conferenze episcopali di Africa e Madagascar, creato da Francesco nel Concistoro del 2019 e oggi ritenuto persino un possibile papabile. Il porporato africano è rimasto scioccato quando il Papa ha approvato «Fiducia Supplicans», la dichiarazione del Dicastero per la Dottrina della Fede che ha introdotto la benedizione alle coppie omosessuali e ha giurato vendetta (ed è in corposa compagnia ndr) nei confronti del Prefetto dell'ex Sant'Uffizio, il fedelissimo di Bergoglio Victor Manuel Fernandez, anch'egli argentino come il Papa. Ambongo Besungu ha affermato senza mezzi termini che «qui da noi quella dichiarazione non verrà mai applicata». Sono però decine i cardinali che devono la berretta rossa a Francesco ma che da tempo non apprezzano il suo operato e ce ne sono addirittura alcuni che si sono schierati apertamente contro di lui. Un esempio su tutti è il teologo tedesco Gerhard Ludwig Müller, elevato alla porpora da Bergoglio nel 2014 oggi è uno dei suoi critici più feroci. Müller, che insieme all'americano Raymond Leo Burke e al guineano Robert Sarah (loro però creati da Benedetto) guida la falange ultraconservatrice del Sacro Collegio, ha in atto da tempo un piano per far sì che il prossimo Conclave ribalti completamente l'attuale situazione della Chiesa, riportando le lancette a prima di quel fatidico 28 febbraio 2013 in cui la Rinuncia di Benedetto XVI divenne effettiva. Voci tutte da confermare ma abbastanza verosimili affermano che i "tre Moschettieri del tradizionalismo" possano gestire un pacchetto di voti che conterebbe una quarantina abbondante di colleghi pronti a seguirne le indicazioni. Se poi si aggiunge a essi un quarto convitato di pietra, l'ex presidente della Cei Angelo Bagnasco che non sarà elettore a causa dei suoi 82 anni ma controlla ancora diverse preferenze, ecco che il blocco conservatore potrebbe tranquillamente superare i cinquanta voti. Infine, un errore commesso da Francesco è stato quello di creare cardinali provenienti dai posti più sperduti del mondo, moltissimi dei quali non solo non si conoscono tra loro, ma non hanno nemmeno idea di come si gestisca il Governo centrale della Chiesa. Gran parte di questi, quindi, si affideranno ai colleghi più autorevoli e competenti, pronti a seguirne i consigli e le indicazioni di voto.
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