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Papa Leone XIV, no al gender: "Famiglia fra uomo e donna"
02-06-2025, 11:56
«Il matrimonio non è un ideale, ma il canone del vero amore tra l'uomo e la donna: amore totale, fedele, fecondo». Con queste parole, pronunciate nell'omelia in occasione della messa per il Giubileo delle famiglie celebrata ieri sul sagrato della Basilica di San Pietro, Papa Leone XIV ha messo un punto fermo, anzi fermissimo, su ciò che la Chiesa riconosce come «famiglia». Un concetto semplice d'altronde, in linea con la secolare dottrina cattolica che tutti i papi hanno sempre riconosciuto come non negoziabile: il matrimonio è l'unione giuridica, riconosciuta dalla Chiesa, tra uomo e donna costituita esclusivamente per procreare nuova vita. Certe aperture di Bergoglio, molto spesso strumentalizzate da una certa parte politica e dalla comunità Lgbtq+ (e potremmo dimenticare qualche altra vocale o consonante aggiunta qui e là di recente), negli ultimi anni hanno causato sgomento e divisione non solo nelle gerarchie ecclesiastiche – basti pensare alla rivolta della Conferenza episcopale africana contro Fiducia Supplicans, la dichiarazione del dicastero per la Dottrina della Fede che ha introdotto la benedizione alle coppie omosessuali – ma anche tra i cattolici laici. Papa Leone sta riportando con solerzia e pragmatismo il timone della barca di Pietro nella giusta direzione non solo con modi e apparati esteriori di cui la Chiesa sentiva una certa mancanza da dodici anni a questa parte ma soprattutto sotto il profilo dottrinale e teologico. Insomma, per dirla con il cardinale Camillo Ruini, vicario di Roma e presidente della Cei per oltre tre lustri, «l'elezione di Prevost ha prodotto un risultato immediato: riunificare la Chiesa cattolica; quei non pochi fedeli che, a torto o a ragione, erano a disagio per le aperture dottrinali di Papa Francesco si sentono ora rassicurati». Durante gli anni del suo pontificato Bergoglio aveva parlato più volte di omosessualità, prima affermando «chi sono io per giudicare?», poi ragionando sull'opportunità sociale e giuridica delle unioni civili. Queste affermazioni, osannate e divulgate ovunque da quella comunità già citata, avevano scosso fortemente clero e fedeli creando dissapori e sconcerto a tutti i livelli ecclesiali. Viceversa, quando in tempi recenti un vescovo di primo piano aveva diffuso un salace commento di Francesco che doveva rimanere privato («nei seminari c'è troppa frociaggine») si era scatenato il putiferio al contrario. Leone sta quindi soddisfacendo le aspettative anche di quell'ala più conservatrice del Collegio cardinalizio che nel recente Conclave ha deciso di spostare i propri voti decisivi sulla sua persona dando il via libera all'elezione. La condizione imprescindibile, però, era una e molto semplice: niente derive dottrinali e populiste. Per Papa Prevost «la famiglia trasmette la fede attraverso la vita» e riprendendo quanto già affermato dal suo terzo predecessore, San Paolo VI, ha ricordato alle tante coppie in piazza che l'unione tra uomo e donna «vi trasforma in una carne sola, questo stesso amore vi rende capaci, a immagine di Dio, di donare la vita». Parole che sicuramente faranno storcere il naso a quanti negli ultimi anni hanno cercato di tirare per la bianca tonaca il pontefice da poco defunto ma che non scalfiranno né la popolarità via via crescente di Leone XIV, né la storica, radicata e immutabile Dottrina della Chiesa.
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