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Parodi e il ricatto di Open Arms, l'ultimo assalto alla giustizia arriva dall'Anm
Oggi 19-07-25, 13:53
L'ultimo assalto alla giustizia arriva dall'Associazione nazionale magistrati attraverso le parole del suo presidente, Cesare Parodi, che in un'intervista a La Stampa ha commentato la decisione della Procura della Repubblica di Palermo di fare ricorso diretto alla corte di Cassazione contro l'assoluzione in primo grado di Matteo Salvini per il caso Open Arms. "Non è stato fatto un appello, ma un ricorso in Cassazione. E il ricorso in Cassazione è previsto dalla Costituzione. Tutti i procedimenti possono esserne oggetto", ha detto Parodi, sostenendo così di "bloccare alla radice ogni polemica". Peccato, però, che non è passato inosservato il tempismo perfetto con la riforma della giustizia e la separazione delle carriere, che martedì taglierà il giro di boa al Senato del primo passaggio parlamentare e che la magistratura rossa ha sempre cercato di far saltare. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, durante la kermesse di Fratelli d'Italia "Parlate di Mafia", è stato netto e ha spiegato che "ogni volta "c'è stato uno sbarramento della magistratura, un "niet totale", e la politica ha ceduto. Ma noi non siamo ricattabili, non abbiamo paura". Il Guardasigilli ha puntato il dito contro le "esondazioni improprie" di quei magistrati "convinti di godere di una impunità tale da poter dire quello che vogliono" e ha fatto venire il mal di pancia a chi si è sentito chiamato in causa. Riportando l'esempio del Procuratore in servizio presso la Procura Generale della Cassazione Raffaele Piccirillo a Repubblica: "Si è permesso di indicare tutti gli errori che aveva fatto il ministro sul caso Almasri. Che un magistrato si permetta di censurare su un giornale le cose che ho fatto, in qualsiasi paese al mondo avrebbero chiamato gli infermieri". Presa di posizione, questa, che ha scatenato reazioni durissime della sinistra e dell'Anm, che ha espresso "sdegno e viva preoccupazione". Linea di pensiero che Parodi ha ricalcato nell'intervista a La Stampa. "O si cambia la Costituzione o il ricorso in Cassazione non potrà essere limitato", ha detto, attaccando poi frontalmente il ministro Nordio: "Rifiutare con quei toni non la critica secca, ma l'argomentazione nel dettaglio, è una cosa che preoccupa parecchio noi magistrati" e "se non è possibile neppure esprimere considerazioni in modo pacato e professionale, allora è un grave problema che l'Anm affronterà con determinazione. Ipotizzare per questo responsabilità disciplinari significa impedire il contributo che la magistratura può dare al sistema paese. Un problema molto grave non solo per i magistrati ma soprattutto per i cittadini".
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