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Per Schlein va tutto a Ruotolo: cortocircuito in Campania e campo largo in frantumi
Oggi 25-08-25, 15:04
Cabaret Vesuvio, una commedia. Come far dimenticare l'accordo con il «cacicco» per eccellenza e lavarsi la coscienza? Elementare: spingendo in pista la vittima sacrificale, Sandro Ruotolo. L'eurodeputato infatti sarà candidato al prossimo congresso campano del Pd, in alternativa a Piero De Luca. In pratica Elly Schlein e il suo doppio: la segretaria prima fa l'accordo con Vincenzo De Luca (il padre di Piero) per spianare la strada a Roberto Fico, poi si inventa la campagna di testimonianza dei fedelissimi. Il canovaccio di una pochade: il Governatore in carica della Campania presenta il suo conto per dare il via all'operazione campo largo, il Nazareno si appresta ad onorare la cambiale. L'ex sindaco di Salerno sarà presente in coalizione con la sua lista "A testa alta", in caso di vittoria dovrebbe intestarsi due assessorati. Poi il vincolo finale: il Pd campano (attualmente commissariato) consegnato al figlio Piero, deputato dem che in "guerra" ha già perso la vicepresidenza del gruppo a Montecitorio. A sinistra si consuma un "melodramma": ci riconsegnano alla famiglia De Luca, una decisione scellerata. Si apre il dibattito, mumble, mumble, serve un colpo di teatro. Intanto tra oggi e domani il senatore Antonio Misiani (il commissario) darà il suo addio alla tribolata federazione regionale, il congresso sarà convocato probabilmente subito dopo il turno elettorale. Il segnale che lo Sceriffo attende per la liberazione dell' ostaggio: l'ex Presidente della Camera rimasto appeso in attesa del fischio di partenza. E contro De Luca junior, si scalda Sandro Ruotolo, già giornalista d'assalto, scuola Michele Santoro, e senatore di articolo 1, attualmente eurodeputato e fedelissimo della segretaria. Uno che non le ha mandate a dire ai De Luca, «Basta con il partito delle clientele», «Da quanti anni è in piedi il sistema di potere deluchiano», estratti di interviste rilasciate negli anni. Ruotolo è stato uno dei contestatori più scalmanati del Presidente della Regione Campania. Il giornalista è l'attore perfetto perla recita della segretaria: noi ci distinguiamo dai “cacicchi”. Naturalmente la candidatura dell'europarlamentare ha pochissime chance di vittoria, superare un De Luca in una competizione interna è pressoché impossibile. Il sacrificio del giornalista è l'obolo che Elly Schlein versa per allontanarsi dal luogo del "delitto". La segretaria, fin dal giorno dopo il suo insediamento, promise una lotta senza quartiere contro i cosiddetti capi corrente. Un riferimento al più tenace di tutti: Vincenzo De Luca. Quasi tre anni dopo Elly Schlein è costretta a mitigare i suoi propositi. E a recapitare il Pd al figlio Piero. Con tanto di colpo di scena finale: la discesa in campo di un suo sostenitore della prima ora, la vittima sacrificale. Il risultato è quello che è: la battaglia della segretaria è persa, "tutto cambi affinché nulla cambi", il premio Gattopardo. Anche nelle altre Regioni, il clima non è tra i migliori. Una situazione che il leader di Azione Carlo Calenda liquida con poche battute: «La segretaria dem è succube di Giuseppe Conte». Per il resto un bollettino di guerra: in Puglia Antonio Decaro non si smuove, in Calabria Pasquale Tridico ripropone il reddito di cittadinanza «finanziato con i fondi Ue». In più è esplosa la gelosia di Alleanza Verdi e Sinistra: «Pd e M5S non possono fare tutto da soli». Il rompicapo del Nazareno: "dimmelo tu cos'è, quello che ancora ci manca".
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