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Piantedosi: "Inaccettabili le minacce a Il Tempo e Libero. Sgomberi? C'è pure CasaPound"
Oggi 24-08-25, 07:47
Continuano le attestazioni di solidarietà dopo la lettera anarchica con minacce di morte recapitata nella redazione de Il Tempo. E interviene anche il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, ieri impegnato in un dibattito al Meeting di Rimini: «Confido nelle attività di indagine finalizzate all'individuazione degli autori delle minacce che sono state mosse contro giornalisti ed editore di Libero e Il Tempo. Sono in campo tutte le possibili risorse per assicurarli alla giustizia. Le minacce ai giornalisti rappresentano una fenomeno oltremodo inaccettabile, tanto più se concretizzano la messa in discussione dei valori fondanti della nostra civiltà», dichiara il titolare del Viminale. E a proposito di legalità, Piantedosi ha spazzato via le polemiche delle opposizioni che da giorni si lamentano per lo sgombero del centro sociale Leoncavallo a Milano, puntando il dito contro lo stabile occupato di CasaPound a Roma. «Io sono stato da prefetto di Roma - spiega il ministro - colui che ha inserito CasaPound nell'elenco dei centri che sono da sgomberare prima o poi. E prima o poi arriverà anche il suo turno». Quanto alle parole del collega di governo Alessandro Giuli, che aveva ipotizzato la non necessità di uno sgombero, Piantedosi puntualizza: «Credo abbia detto che se si legalizza potrebbe non essere sgomberato. È successo già ad altri centri, il Comune di Roma ha comprato addirittura delle strutture per legalizzarli, è successo anche in altre città». D'altronde, come ha dato notizia ieri Il Tempo, la procedura propedeutica allo sgombero dell'immobile occupato dal movimento di estrema destra è già iniziata. Alcune settimane fa, infatti, il ministero dell'Interno ha chiesto a Campidoglio e Prefettura di Roma di verificare le presenze all'interno dello stabile all'Esquilino. Tale richiesta in genere è il primo passo proprio verso lo sgombero. Bisogna ricordare, inoltre, che la stessa richiesta è stata fatta anche in merito ad un altro immobile: lo Spin Time di via Santa Croce in Gerusalemme occupato da Action. Insomma, la linea, come ha spiegato anche Giorgia Meloni alcuni giorni fa è che «non ci sono più zone franche». E che non si fanno distinzioni tra movimenti di estrema destra e di estrema sinistra. Occupare è sempre illegale. Nel corso della kermesse di Rimini, Piantedosi si è concentrato anche sul tema dei flussi migratori, evidenziando come «lavoro e permesso di soggiorno da soli non bastino ad ottenere una vera integrazione». «Da quando sono ministro di questo governo, quindi ormai siamo quasi a tre anni, mi è capito di espellere per motivi di sicurezza nazionale più di 200 cittadini stranieri: ad alcuni abbiamo preventivamente revocato la cittadinanza italiana che nel frattempo gli avevano concesso. Sono quasi tutti casi in cui da evidenze oggettive si è scoperto che avevano tendenze di radicalizzazione, di matrimonio con cause terroristiche e tanti altri fenomeni intermedi. Cosa che evidenzia come il lavoro non basti per dare integrazione e non basta un foglio di carta. Noi a volte viviamo l'illusione, anche un po' ipocrita, che se gli diamo il permesso di soggiorno risolviamo il problema dell'integrazione». Ma, ha aggiunto, «immaginare di poter erigere dei muri è solamente illusorio oltreché caratterizzato da valori o disvalori morali a seconda di come la si vede. Però questo non deve esonerare i governi a non tentare di governare questi processi epocali, perché dobbiamo essere noi, non i trafficanti di esseri umani, a decidere quali sono le politiche di ingresso sui territori di Paesi come il nostro».
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