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Pisa, la 20enne palestinese è morta per una grave forma di leucemia: il documento
Oggi 17-08-25, 12:42
Spunta il documento in cui si certifica che Marah Abu Zuhri, la 20enne arrivata da Gaza in Italia e ricoverata all'ospedale Cisanello di Pisa, è morta poiché affetta da una grave forma di leucemia e non, come era stato precedentemente detto dai familiari e sostenuto da una certa area politica, a causa di malnutrizione. A fare chiarezza è il referto medico dell'ospedale Nasser di Khan Younis, risalente al 9 agosto 2025, in cui è scritto nero su bianco che "un paziente di sesso femminile di 20 anni con pancitopenia, versamento peridurale, LDH elevato ed edema generalizzato ha sviluppato convulsioni ed è stata sottoposta a visita ambulatoriale". Evidenti, si legge, sono risultati "numerosi promielociti, tipici di una leucemia promielocitica acuta". A riportarlo è anche il COGAT, l'organismo del Ministero della Difesa israeliano che coordina le questioni umanitarie nella Striscia di Gaza, che ha pubblicato su X il documento. "Le autorità italiane hanno contattato Israele per richiedere l'evacuazione di Marah a causa della sua malattia, e Israele ha approvato", scrive. L'ospedale l'ha descritta come arrivata in "stato di grave deterioramento fisico", anche se i media italiani hanno affermato che soffriva di grave malnutrizione. Il COGAT afferma poi che il trasferimento in Italia della ragazza "avrebbe potuto avvenire prima, poiché Israele aveva proposto diverse date possibili per il trasferimento". Tel Aviv, aggiunge, "facilita il trasferimento medico dei pazienti, con particolare attenzione ai bambini, e incoraggia i Paesi di tutto il mondo a presentare tali richieste, mentre Hamas continua a sfruttarli cinicamente per i suoi scopi distorti". Sul caso si era espressa ieri anche la professoressa Sara Galimberti, direttrice dell'Unità Operativa di ematologia dell'Aou Pisana. Marah Abu Zuhri "è arrivata con l'ipotesi di una leucemia acuta molto grave che però, dopo le opportune indagini, abbiamo dimostrato non avesse. Abbiamo per quella notte iniziato una terapia ad hoc che però abbiamo subito sospeso quando abbiamo avuto i risultati dei test citofluorimetrici molecolari, dei test specifici per diagnosticare la malattia", ha spiegato. "La paziente", ha proseguito il medico, "era estremamente defedata, in condizioni di completo allettamento pure avendo 19 anni, questa non è una situazione in cui versava da qualche giorno ma da molto tempo. Una condizione dovuta ad una malattia probabilmente sottostante, misdiagnosticata o mai diagnosticata". La 20enne, ha precisato Galimberti parlando con l'Ansa, "aveva diversi parametri alterati di tipo coagulativo ma anche proteine molto basse". Motivo, questo, per cui è stata richiesta una consulenza del nutrizionista e per cui è stato iniziato subito un iter di "nutrizione ipercalorica ad hoc". Nulla è servito, tuttavia, a evitare un peggioramento delle condizioni di salute della ragazza palestinese che, intorno alle 14,45, "sono precipitate". "La saturazione dell'ossigeno è peggiorata, il medico di guardia ha attivato il rescue team e la rianimatrice l'ha intubata ma è andata in arresto cardiaco. Marah è morta per una crisi respiratoria acuta ed arresto cardiaco", ha dichiarato la professoressa. La famiglia, ha raccontato, non ha autorizzato l'autopsia "per la religione" e, dato che "non avrebbe cambiato la realtà dei fatti, abbiamo deciso tutti insieme di accondiscendere a questa richiesta".
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