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Poggi "uccisa da due persone: ecco come". Nuova ipotesi del tecnico balistico
Oggi 03-08-25, 12:45
Colpo di scena nel caso di Chiara Poggi, la giovane uccisa nella villetta di famiglia a Garlasco il 13 agosto 2007. A distanza di 18 anni, un esperto di balistica e criminalistica, Enrico Manieri, avanza una nuova ipotesi sull'arma del delitto: secondo quanto ha dichiarato in una intervista su Libero, Chiara sarebbe stata uccisa con un oggetto mai davvero preso in considerazione, ma rimasto sempre lì, in casa. Si tratterebbe di un portavasi in ferro battuto, presente nella villetta di via Pascoli. “Le ferite sul cranio e nella zona occipitale, cioè la nuca, hanno come predominanza un aspetto contusivo, mentre quelle sul viso e sulla tempia sono da taglio/punta”, ha spiegato Manieri. “Se qualcuno viene colpito al viso direttamente, le parti più sporgenti, come il naso, subiscono delle lesioni e i denti saltano, essendo fragili. La vittima, invece, non aveva nessuna ferita di questo genere, quindi quelle sul viso e sulla tempia sono escoriazioni da contatto. Tradotto: aveva la faccia appoggiata su un oggetto tagliente mentre veniva colpita sulla nuca”. Secondo l'esperto, Chiara avrebbe ricevuto un calcio, come suggerito da “un colpo sulla coscia sinistra che potrebbe essere stato inferto da una punta o un tacco di una scarpa, ma soprattutto da un'escoriazione causata da una strisciata con la suola. Che però non è compatibile con le famose scarpe a pallini, quindi collocherebbe sulla scena del crimine almeno una seconda persona”. La ragazza sarebbe poi caduta in ginocchio, come confermato dalle escoriazioni rilevate. A quel punto, l'aggressore avrebbe afferrato un vaso in ottone appoggiato sul portavasi e l'avrebbe colpita alla nuca, facendola cadere a terra. “Lei, crollando, avrebbe fatto cadere il portavasi e ci sarebbe finita sopra con la faccia: gli altri colpi dati sulla nuca, sempre con il vaso, avrebbero così provocato anche le ferite del viso. Non solo, il killer a quel punto l'avrebbe tenuta ferma appoggiando un ginocchio sulla sua schiena e questo avrebbe provocato l'enfisema polmonare rilevato in sede autoptica”. Manieri ipotizza che Chiara sia stata aggredita da più persone, sollevando dubbi anche sulle impronte: “Perché non ci sono altre impronte di scarpe? Uno dei killer potrebbe aver avuto dei modelli simili a quelle indossate dai soccorritori intervenuti, che quindi sarebbero state scartate”. E aggiunge un ulteriore dettaglio: “Il luminol ha rilevato alcuni segni a semi circonferenza riconducibili agli anelli del portavasi, magari puliti e gocciolanti. Sì, perché l'arma del delitto potrebbe essere stata facilmente lavata sotto una doccia”. Già consulente tecnico nel processo d'Appello del caso Pacciani, Manieri ha iniziato a interessarsi del delitto di Garlasco solo due mesi fa, quando un amico youtuber lo ha coinvolto come opinionista. “Mi sono accorto che in questo caso molte cose non quadravano, tipo il sangue: troppo poco sulla scena del crimine e addirittura assente sulla schiena di Chiara. Poi mi ha colpito la traccia ematica sulla cornetta del telefono, così ho acquistato due modelli dell'apparecchio su eBay per fare degli esperimenti”. I suoi due video, pubblicati su YouTube, hanno già totalizzato oltre 140mila visualizzazioni. “Il primo video l'ho segnalato alla difesa di Stasi, mentre il secondo anche alla Procura. Chissà, magari potrebbero dare un aiuto alle indagini”. Un'ipotesi certo non definitiva, ma che riaccende i riflettori su un caso ancora pieno di interrogativi.
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