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Polizia italiana "razzista": il delirio del Consiglio d'Europa
29-05-2025, 07:46
«Abbiamo raccomandato al governo italiano di condurre uno studio indipendente sulla profilazione razziale per valutare la situazione». Le parole del presidente della Commissione europea contro il razzismo e l'intolleranza Bertil Cottier, durante la presentazione del rapporto annuale Ecri, hanno scatenato un vero e proprio putiferio nella politica italiana. Nel documento spiccano la profilazione razziale da parte della polizia, la segregazione degli alunni rom e la transfobia tra le sfide principali dei 46 Paesi membri del Consiglio d'Europa, organizzazione con sede a Strasburgo che promuove i diritti umani, la democrazia e lo stato di diritto. In particolare, il rapporto osserva che il frequente ricorso da parte delle forze dell'ordine a pratiche di fermo e perquisizione è indicativo di un potenziale fenomeno di profilazione razziale. Soprattutto perché queste pratiche si baserebbero sull'origine nazionale o etnica, sul colore della pelle, sulla religione o sulla cittadinanza. Altro tema delicato è «il controllo delle frontiere, le azioni contro il terrorismo o l'estremismo ele misure di controllo applicate dalle forze dell'ordine in determinate aree geografiche senza alcun sospetto concreto nei confronti di una persona in particolare», nel comunicato si ribadisce che tale pratica «genera nella società un senso di umiliazione e ingiustizia» e compromette il lavoro degli agenti che rispettano la legge e gli standard etici della polizia. Le prime reazioni sono arrivate direttamente dalla premier: «Purtroppo non è la prima volta che alcuni organismi del Consiglio d'Europa, finanziato anche coi soldi dei cittadini italiani, si abbandonano a giudizi infondati, frutto di un approccio ideologico e di pregiudizi evidenti. L'Italia fu, nel 1949, tra i dieci Stati fondatori del Consiglio d'Europa, nato nel dopoguerra per difendere la democrazia, i diritti umani e lo Stato di diritto. Eppure oggi quello spirito originario sembra smarrito, sostituito da dichiarazioni sempre più faziose e lontane dalla realtà. Noi continueremo a difendere chi, ogni giorno, garantisce la sicurezza dei cittadini italiani. Con orgoglio», ha scritto Meloni sui social. Anche dai presidenti di Camera e Senato è arrivata la solidarietà alle forze dell'ordine. Ecr, tramite Nicola Procaccini, ha sottolineato come: «Anche oggi il Consiglio d'Europa con la sparata contro le forze dell'ordine italiane accusate di razzismo, ha perso l'occasione per smentire chi lo ritiene un organismo ormai piegato ai propri pregiudizi ideologici». Mentre il collega Fidanza ha definito l'organismo europeo un «centro sociale istituzionalizzato». Dura anche la Lega: «Consiglio d'Europa? Altro ente inutile, da sciogliere. Giù le mani dalle nostre forze di Polizia!». Un'indignazione bipartisan come dimostrano le parole della capogruppo di Italia Viva al Senato Raffaella Paita: «La richiesta del Consiglio rischia di gettare sui nostri agenti un sospetto gratuito e infondato, con il paradossale effetto di un attacco che alimenta pregiudizi nei loro confronti. Alle forze dell'ordine va la nostra solidarietà». Il «monito» del Consiglio d'Europa si scontra anche con i numeri illustrati di recente dal Ministero dell'Interno in cui si mostra come la «percentuale di reati commessi da stranieri irregolari è enormemente superiore al peso degli irregolari stessi». Circa un terzo dei reati commessi da stranieri nonostante siano solo il 20% del totale della popolazione italiana.
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