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Post choc pro Brigate Rosse, sulle tragedie non si scherza: basta ipocrisie
Oggi 25-06-25, 14:30
Adesso che a nessuno venga in mente di cavarsela dicendo che questa Agnese Tumicelli non sa quello che fa, o che è una simpatica (per nulla in verità) svalvolata in cerca di pubblicità (macabra). La questione è assai più seria ed ora vediamo perché. Innanzitutto, è più seria perché la ragazza in questione è Presidente del Consiglio Studentesco, eletta recentemente dai restanti rappresentanti degli studenti: quindi ora vediamo se le varie correnti politiche trovano il coraggio minimo e necessario per compiere l'unico gesto accettabile, cioè cacciarla con ignominia dall'incarico. Siccome però l'interessata è anche nel Consiglio d'Amministrazione dell'Università occorrono parole ferme e provvedimenti adeguati anche dalle autorità accademiche, poiché questa è occasione imperdibile per gli adulti, che debbono chiarire ai più giovani che sulle tragedie non si scherza, men che meno in sede universitaria. Infine, c'è una questione politica tutt'altro che secondaria dietro questa vicenda. Già, perché poco più di un mese fa la medesima Tumicelli aderisce ad una petizione che chiede al Rettore di revocare l'accreditamento ad Azione Universitaria (la lista di destra), a causa di una chat con espliciti riferimenti alle radici nella Repubblica di Salò. La reazione del Rettore non tarda ad arrivare, condannando in modo esplicito i contenuti (divenuti pubblici) messi in rete dagli studenti di destra. E allora eccola qui, in tutta la sua evidenza, la questione politica grande come una casa. Se da un lato è infatti corretto sostenere che gli studenti di destra (nel 2025) farebbero bene a lasciare ai libri di storia vicende complesse e per molti versi tragiche, è altrettanto evidente che non si può nemmeno per un secondo accettare il principio “due pesi e due misure”. Fuori luogo il richiamo alla Repubblica di Salò? Certamente sì, non c'è niente da aggiungere. E allora diventa insopportabile, violento e meschino ogni riferimento alle BR, alla morte di Aldo Moro, alla Renault Rossa che ne contiene il corpo privo di vita in quella drammatica giornata di primavera del '78,. Ancora più insopportabile poi se vediamo che qui si cerca di mescolare tragedie con bambole (Barbie), senza nemmeno cogliere il lato repellente di questo accostamento. E allora serve non far passare in cavalleria questa storia. Non possono farlo gli studenti a Trento, che debbono quanto prima assumersi le loro responsabilità. Non può farlo il Rettore, da cui attendiamo provvedimenti inequivocabili. Non può farlo la comunità politica, in particolare a sinistra: stavolta a sbagliare non è “quella di destra”, ma le reazioni devono essere adeguate alla gravità dei gesti compiuti e delle parole utilizzate. Altrimenti si passa da spettatore a complice. È un attimo.
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