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Presentato a Milano l'evento di Federalimentare. “Expo 2015: 10 anni dopo. Nutrizione, Innovazione, Sostenibilità”
Oggi 22-09-25, 17:26
Si è svolto a Milano l'evento di Federalimentare, “Expo 2015: 10 anni dopo. Nutrizione, Innovazione, Sostenibilità”. A Palazzo Visconti rappresentanti del mondo accademico, scientifico, associativo e istituzionale si sono confrontati sull'eredità di Expo 2015 e sulle tematiche fondamentali che accompagnarono l'Esposizione Universale milanese quali: alimentazione, sostenibilità, salute e nutrizione. A distanza di 10 anni è emerso come Expo 2015 non sia stato un evento espositivo ma un progetto globale che ha dato il via all'innovazione nel settore alimentare, gettando le basi per il suo progresso e il suo sviluppo fin dalla scelta del tema: “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. Quel messaggio è stato rivoluzionario: ha ispirato e promosso nuove metodologie di studio nel campo delle scienze, delle tecnologie, nei settori sociali, economici e produttivi introducendo nelle agende politiche degli Stati l'alimentazione e la nutrizione come elementi imprescindibili per il progresso umano. Lo sviluppo sostenibile del cibo a livello globale è ormai una priorità. La FAO, l'ONU e le conclusioni dell'ultimo G7 sull'Agricoltura tenutosi ad Ortigia in Sicilia hanno ribadito questa necessità: soddisfare la domanda crescente di cibo proveniente dai Paesi in via di sviluppo e dal Sud del Mondo integrando fra loro la dimensioni ambientale, sociale ed economica. Il compito di intercettare il bisogno crescente di cibo sicuro e per tutti è riservato all'industria alimentare, alle Istituzioni, al mondo della ricerca, delle tecnologie, a quello scientifico fino al coinvolgimento degli stakeholder. È nella loro interconnessione virtuosa e nello sviluppo positivo di obiettivi comuni che si potrà sostenere il Pianeta e il benessere sostenibile per le future generazioni. Per Paolo Mascarino, Presidente di Federalimentare: “Expo 2015 è stato un progetto globale sulla sicurezza alimentare, sulla sostenibilità, sull'energia e sulla salute. Oggi quel progetto è diventato un punto cardine dell'agenda sia dell'Unione Europea che delle Nazioni Unite. Chiunque abbia vissuto a Milano in quegli anni dice ora: c'è una Milano prima dell'EXPO e una Milano dopo l'EXPO. Infatti, l'evento non esaurì la propria propulsione in quei sei mesi del 2015, ma portò una svolta duratura in termini di indotto economico, infrastrutture e turismo. Allo stesso modo, quell'esperienza ha costituito una svolta importantissima anche per il settore agroalimentare. Per questo, l'incontro di oggi non vuole essere una celebrazione di quanto fatto allora, ma si propone di analizzarne le ricadute, evidenziando come quel seme gettato dieci anni fa qui a Milano abbia germogliato a beneficio di tutti, in Italia, ma anche fuori dai nostri confini”. Letizia Moratti, Europarlamentare, ha osservato: “L'obiettivo di Expo era quello di dare alla città un progetto duraturo nel tempo che legasse il tema della nutrizione alla cultura e all'innovazione. Il tema scelto per Expo, ‘Nutrire il pianeta, energia per la vita', è oggi più attuale che mai. I cambiamenti climatici, le disuguaglianze e lo spreco di cibo lo rendono un filo conduttore tra la visione di allora e le sfide presenti. Expo ha posto le basi per progetti che uniscono salute, alimentazione e ambiente. Oggi porto avanti quell'impegno sia a livello nazionale che europeo, promuovendo politiche che tutelino le persone e il pianeta. Nutrire il pianeta significa garantire sostenibilità, equità e benessere. È una responsabilità globale che richiede azioni concrete. L'eredità di Expo è duplice: da un lato un impatto di tipo materiale, sotto il profilo turistico e infrastrutturale, dall'altro un impulso a livello culturale con riferimento ai progetti nel campo dell'educazione alimentare, della tutela ambientale e della salute”. Giuseppe Remuzzi, Direttore dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, ha spiegato: “All'Istituto Mario Negri abbiamo ragionato partendo dal presupposto che, come i farmaci, anche il cibo che mangiamo contiene componenti chimici. Quindi, ci siamo posti una domanda: perché non partire dalla nostra esperienza di anni di studio sul cibo per osservare i diversi effetti che ha sulla salute delle persone? Da qui sei anni fa è nato IIPH -Italian Institute for Planetary Health, una società consortile tra Istituto Mario Negri e Università Cattolica del Sacro Cuore, che adotta questo approccio e ha prodotto già dei risultati interessanti. L'idea di essere partiti da Expo 2015, che ha posto l'accento sull'importanza della nutrizione, e di non aver disperso quell'esperienza, è stata per noi una fonte preziosa. La nostra cultura, infatti, impatta moltissimo sull'alimentazione, sui nostri piatti, grazie anche alla dieta Mediterranea, per cui per vivere bene e in modo sano occorre incrociare molteplici fattori tra cui nutrizione, società ed economia”. Angelo Riccaboni, Professore Ordinario di Economia Aziendale all'Università di Siena, ha sottolineato: “Expo è stato un evento che ha inciso in maniera significativa sulla nostra consapevolezza, portando i temi legati all'agroalimentare a livello globale. È stato un anno straordinario, che ha segnato l'avvio di un percorso capace di unire sostenibilità e cibo. L'unico settore in cui il nostro Paese è riconosciuto come una vera e propria superpotenza è proprio quello alimentare. Oggi è più che mai necessaria una visione olistica, che integri dimensioni sociale finanziaria e ambientale. Il limite del Green Deal europeo è stata un'eccessiva regolamentazione, ma per le imprese italiane la sostenibilità rappresenta un vantaggio competitivo e una concreta convenienza. Le sfide che ci attendono impongono di sostenere in particolare le piccole e medie imprese, puntando sulla bellezza unita a sostenibilità ed economicità. Essere sostenibili significa infatti ridurre i rischi legati ai cambiamenti climatici, ma anche attrarre la finanza, sempre più attenta a questi aspetti. In questo contesto, parole chiave come investimenti, innovazione e competitività assumono un valore decisivo per il futuro". Michele Carruba, Direttore del Centro Studi e Ricerche sull'Obesità dell'Università Statale di Milano, ha dichiarato: “Sono passati dieci anni dall'Expo di Milano, ma il percorso è iniziato quasi vent'anni fa. L'Expo non è stata solo una fiera, ma un'operazione culturale che ha aiutato a riflettere sul rapporto tra nutrizione, salute, economia e sviluppo. Allora la priorità era la fame, oggi invece muoiono più persone per eccesso di cibo che per difetto. L'OMS indica l'obesità come il problema più urgente del nostro tempo. Grazie all'Expo la cultura alimentare è cresciuta, ma rischiamo di perdere tradizioni fondamentali, come la dieta mediterranea. Se non interveniamo, per la prima volta nella storia una generazione potrebbe vivere meno della precedente. Dobbiamo rimboccarci le maniche e riprendere i principi emersi con l'Expo, adattandoli alle sfide attuali”. Luigi Galimberti, Presidente ToSeed Partners Agrifood Investment, ha affermato: “All'Italia, dieci anni dopo l'Expo 2015, è rimasto molto. Quell'evento ha lasciato un'impronta profonda nella vita di tutti noi. Personalmente fui colpito dalla portata e dalla forza del messaggio e in quel momento iniziai a chiedermi se fosse possibile costruire un modello di agricoltura capace di produrre di più, consumando meno. Da lì è cominciato un percorso che oggi, con i risultati ottenuti, posso dire mi abbia dato ragione. In quegli anni si parlava molto di cibo, sostenibilità e della sfida di nutrire la popolazione mondiale del 2050. Credo che, come è successo a me, anche molti altri siano stati ispirati da quell'Expo a immaginare e costruire un'agricoltura veramente sostenibile”.
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