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Prevenzione contro il tumore al seno, "Maggio in...forma" a Catania
Ieri 12-06-25, 19:28
Informazione e prevenzione per la lotta contro il tumore al seno: questi gli obiettivi di "Maggio in...forma", iniziativa che da dieci anni a Catania promuove la prevenzione delle donne tra i 40 e i 49 anni, attualmente non coperte dal servizio sanitario della Regione Siciliana. La campagna di informazione e prevenzione del carcinoma mammario organizzata da Andos Catania e Fondazione Etica e Valori Marilù Tregua, con il patrocinio del Comune di Catania e dell'ANCI Sicilia, durante il convegno che si è tenuto presso la sala conferenze della Camera dei deputati ha messo il focus principalmente sulle fasce giovanili: sensibilizzare le ragazze alle visite al fine di prevenire la malattia. I numeri dicono che una donna su otto svilupperà un tumore al seno nel corso della vita ma la buona notizia è che oggi, grazie ai progressi della medicina, l'87% delle persone colpite è in buona salute a cinque anni dalla diagnosi. Chiaramente è la prevenzione l'elemento che fa la differenza. Presenti all'incontro l'onorevole Simona Loizzo, presidente dell'intergruppo parlamentare “Nuove frontiere terapeutiche dei tumori alla mammella” e componente della XII commissione Affari sociali della Camera, la vicepresidente della “Fondazione Etica & Valori Marilù Tregua” Raffaella Tregua, la presidente nazionale Andos Flori Degrassi, la presidente di Andos Catania e direttrice dell'U.O.C. di Chirurgia generale a indirizzo senologico multidisciplinare dell'ospedale Cannizzaro di Catania Francesca Catalano, la vicepresidente di Andos Catania e professoressa ordinaria dell'Università degli Studi di Catania Pina Travagliante e l'oncologo e volontario di Andos Catania Placido Amadio. Ad aprire il dibattito l'onorevole Loizzo: "Molto lavoro va fatto sulla prevenzione del tumore al seno. Prima di tutto è necessario estendere lo screening - ha sottolineato - serve quindi un investimento importante da parte del Fondo sanitario nazionale. In Italia solo il 50% delle donne aderisce allo screening e c'è una disomogeneità notevole tra le varie regioni italiane. Questo dipende anche dalle modalità di reclutamento: basta con le lettere via posta, bisogna esortare le pazienti da remoto, attraverso chat WhatsApp ed email”. La deputata ha poi approfondito il tema che riguarda la tempestività nella ricezione dei farmaci: "L'Italia è solo al dodicesimo posto per quanto riguarda la rapidità: l'arrivo dei farmaci salvavita deve essere veloce. Il tumore al seno è una malattia cronica, non si muore in un anno ma si sopravvive. La qualità della vita delle sopravvissute deve essere la stessa delle donne sane”. A lei ha fatto eco la presidente di Andos Catania, Francesca Catalano: "Nelle regioni del sud e in Sicilia in particolare, il 50% di adesione allo screening scende al 30%. In alcune province, per esempio Enna, la percentuale è un po' più alta: forse nelle province più piccole si lavora meglio. Le città metropolitane invece hanno tante difficoltà. Nei nostri ambulatori vediamo sempre più casi di carcinomi alle mammelle in stato avanzato: questo rappresenta un problema, oltre che dal punto di vista emozionale, anche da quello economico. Quanto spende lo Stato per curare una donna che è in una fase avanzata di malattia? Quanto potremmo risparmiare, invece, se invitassimo le donne, a tappeto, a fare prevenzione? Una cosa è scoprire un tumore avanzato, un'altra è scoprirlo quando ancora è di pochi millimetri. In quest'ultimi casi spesso e volentieri non c'è bisogno neanche di chemioterapia e possiamo offrire delle cure che consentono alla donna di continuare a lavorare”. La parola d'ordine è dunque una sola: prevenzione.
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