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Prima volta in aula per Chiara Ferragni: "Fase difficile della mia vita"
Oggi 04-11-25, 15:41
"È una fase sicuramente difficile della mia vita, penso che mi capirete se non mi sento di fare dichiarazioni, andiamo avanti". Sono le parole di Chiara Ferragni uscendo dall'udienza pre-dibattimentale a porte chiuse in Tribunale a Milano che la vede imputata di truffa aggravata per i casi del Pandoro Pink Christmas e delle uova di Pasqua. L'udienza, in cui l'influencer e imprenditrice 38enne è comparsa, assistita dagli avvocati Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana, è stata aggiornata al prossimo 25 novembre ancora per decidere sulla scelta del rito e la costituzione delle parti civili. Al presidente della terza sezione penale, Ilio Mannucci Pacini, avevano presentato istanza di costituzione le associazioni Adicu, che l'ha ritirata dopo un accordo transattivo, e la Casa del consumatore con cui ancora non è stato trovato un accordo dopo che negli scorsi mesi è uscito dal procedimento il Codacons, ritirando la denuncia, e una signora di 76 anni che aveva acquistato diversi pandori per beneficenza aveva chiesto di entrare nel processo e si era ritirata dopo un risarcimento extragiudiziale. La vicenda è quella dell'inchiesta della Procura di Milano con il Nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza sul caso dei 'Pandoro Pink Christmas' di Balocco 'griffati' Ferragni e la beneficenza all'Ospedale Regina Margherita di Torino che sarebbe servita ad acquistare un nuovo macchinario ed esplorare cure terapeutiche nei bambini affetti da Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing attraverso la promozione di 362.577 pandori e ceduti alla grande distribuzione per il Natale 2022 e venduti al pubblico al prezzo di 9,37 euro a confezione invece che i 3,68 euro del prodotto standard. Nel decreto di citazione diretta a giudizio del procuratore aggiunto di Milano, Eugenio Fusco, e del pm Cristian Barilli sono finiti imputati anche l'ex collaboratore di Ferragni, Fabio Damato, Francesco Cannillo, presidente di Cerealitalia-ID e Alessandra Balocco, amministratrice delegata dell'omonima azienda dolciaria piemontese, morta in estate e nei cui confronti il procedimento si è estinto. Viene contestato un "ingiusto profitto", realizzato dalle società di Ferragni, per un milione e 75mila euro che sarebbe stato raggiunto con "artifizi e raggiri", ingannando i propri milioni di follower con "pubblicità ingannevole" fra cui 16 fra post e stories di Instagram omettendo che la Balocco aveva già effettuato una donazione da 50mila euro nel maggio 2022, 7 mesi prima della campagna di vendita, e che non vi era "nessuna correlazione" tra le vendite dei pandori e la beneficenza. Per i legali di Ferragni nessun reato è stato commesso e i procedimenti amministrativi sono stati tutti chiusi effettuando tra l'altro donazioni personalmente per oltre 3 milioni di euro.
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