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Quarto Grado, parla l'avvocato di Stasi: "I pedali e le scarpe non sono indizi"
12-04-2025, 09:16
Ieri è arrivata la notizia della concessione della semilibertà ad Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per l'omicidio dell'allora fidanzata Chiara Poggi, uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007. A Quarto Grado, il programma di Rete 4 che si occupa di importanti casi di cronaca, Gianluigi Nuzzi e Alessandra Viero sono partiti proprio da lì. A parlare ai microfoni della trasmissione, oltre ai genitori di Andrea Sempio (amico del fratello di Poggi, tornato nel registro degli indagati dopo 18 anni), è stata Giada Bocellari, l'avvocato di Stasi. "Ci sono tantissime impronte che non sono state attribuite perché ritenute inutili giuridicamente", ha detto per iniziare. L'inviata ha chiesto al legale di Stasi di fare chiarezza sull' "impronta forse numero 42" trovata "sulla scena del crimine col sangue di Chiara". "Abbiamo offerto alla Procura della Repubblica una valutazione con delle metodologie diverse, a nostro modo di vedere decisamente più attendibili rispetto a quelle usate nel 2014 e credo che, ai fini dell'accertamento della verità sostanziale, quindi al di là della verità processuale, abbiamo offerto tutti gli elementi per poter valutare anche cose diverse", ha risposto Bocellari. L'avvocato ha voluto commentare due punti ancora controversi. Il primo riguarda lo scambio di pedali tra l'Umberto Dei su cui c'era il Dna di Chiara Poggi e la bicicletta nera sequestrata nel 2014 che, secondo una consulenza della Procura generale, avrebbe fatto Stasi. "È stato scritto che è matematicamente escluso lo scambio dei pedali. Quindi che si continui a dire che Stasi ha scambiato i pedali, al di là dell'assurdità, perdonatemi ma questa è un'assurdità perché avrebbe potuto benissimo buttare la bicicletta, tanto meno scambiare i pedali, metterli su una bici che si è tenuto per 7 anni e che poi è andato a consegnare spontaneamente all'autorità giudiziaria, è semplicemente ridicolo", ha spiegato. Non solo: "È stato anche accertato negli atti che le biciclette venivano consegnate senza i pedali. Quindi quando tu compravi una bicicletta, potevi metterci i pedali che volevi", ha ricordato il legale del 41enne. Pur riconoscendo che "c'è una sentenza definitiva e che va rispettata", Bocellari ha voluto affrontare con l'inviata del programma di Rete 4 anche un'altra questione. "Nella sentenza si dice che Stasi aveva un numero di scarpe compatibile con quello numero 42 dell'assassino. Quindi il giudizio è di compatibilità. Secondo voi, se ci fosse stato qualcuno che avesse mai dichiarato che Stasi aveva acquistato delle Frau 42, in sentenza non ci saremmo trovati che Stasi aveva un paio di scarpe 42? Un conto è dire che la scarpa dell'assassino, dell'aggressore è una Frau 42. E questo è il dato ad oggi che c'è negli atti del processo. Un conto è dire che Stasi aveva delle Frau 42 e nella sentenza non sta scritto, perché non c'è evidenza del fatto che Stasi abbia mai acquistato delle Frau 42", ha chiosato.
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