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Ranucci denuncia l'incontro Ghiglia-FdI, polemica con il Garante. Le opposizioni attaccano
Ieri 26-10-25, 22:00
È ancora scontro sulla sanzione del Garante della Privacy alla Rai in seguito alle rivelazioni sul caso Sangiuliano da parte di Report. A rinfocolare la polemica è di nuovo un'inchiesta del programma condotto da Sigfrido Ranucci su Rai 3, che lo stesso giornalista anticipa con un'intervista. Il Garante per la Privacy "si muove su input politico" contro Report, è l'accusa di Ranucci. Che spiega: "Manderemo in onda un documento importante, con il filmato di Agostino Ghiglia (componente del Garante per la protezione dei dati personali) che entra nella sede di Fratelli d'Italia poche ore prima della sanzione. Lì nella sede di partito di Fdi c'era Arianna Meloni. Sarebbe interessante sapere se hanno parlato della sanzione a Report". Parole che suscitano la reazione del Garante. Che "ribadisce la piena indipendenza di giudizio e la libertà di determinazione dei suoi componenti". "Le deliberazioni - precisa - sono adottate a maggioranza dei votanti e il voto del Presidente prevale in caso di parità. Il Garante conferma, in tutti i suoi componenti, che nel caso della sanzione irrogata a Report la predetta procedura è stata pienamente rispettata: dopo ampia discussione, il Collegio ha deliberato in linea con la proposta degli uffici". Ma la polemica non si ferma allo scontro tra Ranuccci e il garante. Da una parte, interviene la moglie di Gennaro Sangiuliano, la giornalista Rai Federica Corsini, per attaccare "la tesi di presunti 'interventi esterni' volti a influenzare la decisione del Garante". Dall'altra, le opposizioni stigmatizzano l'incontro nella sede di FdI sottolineato da Report. Corsini decide di intervenire per "ristabilire la verità dei fatti". La sanzione del Garante, infatti, riguarda la diffusione di un audio relativo ad una conversazione telefonica con suo marito Sangiuliano, mandato in onda da Report l'8 dicembre 2024. "Ho atteso che le autorità competenti approfondissero i fatti, - spiega - pur essendo in ultima analisi la principale vittima di quanto accaduto". E affonda: "È fuorviante, e palesemente 'difensiva', la tesi secondo cui il Garante sarebbe stato mosso da influenze esterne o da valutazioni politiche". "È del tutto priva di fondamento, e rappresenta un nuovo, inaccettabile attacco alla mia persona", aggiunge ribadendo che le decisioni del Garante "si fondano su fatti oggettivi ed inequivocabili, ribaditi anche nelle conclusioni della Procura di Roma". Ma l'ultima inchiesta di Report rinfocola anche la disputa politica. Il video che ritrae Agostino Ghiglia entrare nella sede di FdI scatena le proteste delle opposizioni. "È inaudito che, poche ore prima dell'avvio dell'esposto del Garante della Privacy contro Ranucci, - scrivono i parlamentari del Pd in Viglianza Rai - alcuni componenti di un'istituzione che dovrebbe garantire terzietà e indipendenza siano stati visti entrare nella sede del partito di Giorgia Meloni". I dem chiedono alla Rai "di attivarsi e di farsi promotrice di un'azione di difesa nei confronti di Report, a tutela di Ranucci e a salvaguardia dell'indipendenza del servizio pubblico". Poi il responsabile Informazione Sandro Ruotolo attacca la risposta del Garante, definendola "imbarazzante e rivelatrice". Per il Pd, "il Garante non ha smentito né confermato la presenza del componente Ghiglia nella sede di Fratelli d'Italia". "Un silenzio che pesa", insiste Ruotolo. Che intanto chiede a Ghiglia di chiarire se "l'incontro con Arianna Meloni ci sia stato o meno". Avs si prepara a presentare un interrogazione parlamentare "per chiedere al governo di chiarire immediatamente quanto accaduto. "Se gli organismi di garanzia e le authority hanno relazioni con i partiti di governo è in gioco il corretto funzionamento della nostra democrazia", attacca il leader Angelo Bonelli. "È estremamente inquietante quanto rivelato da Report", commentano gli esponenti M5S in Vigilanza Rai, che chiedono al Garante di riferire in commissione. Di tutt'altro avviso FdI. Dove, tuttavia, non si registrano prese di posizione da parte dei big. Né dichiarazioni arrivano dagli partiti di maggioranza. Interviene il senatore di Fratelli d'Italia, Costanzo Della Porta che definisce "bizzarre le tesi di Ranucci". E insiste: "Questa sanzione è corretta e pienamente rispettosa delle norme in materia di privacy. Ma soprattutto Ranucci non dice che chi oggi siede alla Privacy è stato eletto nel 2020, quando c'era il governo Conte bis sostenuto da Pd e M5S, e in quel Parlamento Fratelli d'Italia era all'opposizione con un peso parlamentare pari al 4 per cento degli eletti. Insomma, altro che emanazione del governo Meloni, l'attuale Garante per la protezione dei dati personali è espressione del Parlamento della scorsa legislatura. L'ennesima conferma della strumentalità delle accuse di Ranucci".
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