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Referendum, "conta interna" e "sconfitta dei promotori": i dati che inchiodano la sinistra
Oggi 15-06-25, 08:46
Che il referendum sia stato usato come strumento per una conta interna, per un test sulle capacità dell'opposizione di costruire un'alternativa al governo, si era capito subito. Basti pensare al fatto che i quesiti proponevano di abrogare leggi fatte dalla stessa sinistra che fino a una settimana fa ha incitato gli elettori a recarsi alle urne e a mettere la croce su cinque sì. La lettura dei risultati, però, trova conferme anche a bocce ferme. A certificare il flop, a distanza di sette giorni, è il sondaggio realizzato da Nando Pagnoncelli e pubblicato sul Corriere della Sera. "Benché fosse evidente a tutti che raggiungere il quorum del 50%+1 degli aventi diritto era palesemente improbabile, il dato finale è risultato inferiore a tutte le aspettative", si legge in apertura dell'articolo. Ad andare alle urne, in effetti, è stato il 30,6% degli italiani e il 23,8% dei residenti all'estero. Niente di imprevedibile, certo, ma è proprio dai dati delle aspettative che si può tastare il polso degli italiani. La maggioranza assoluta, il 54%, "si aspettava una partecipazione simile, segno del fatto che fosse percepito uno scarso interesse rispetto agli argomenti sottoposti al voto", scrive Pagnoncelli. Un dato, questo, che, se associato ai sostenitori dei partiti di maggioranza, non stupisce, ma che cambia valore se messo in relazione con gli elettori di sinistra. Per il sondaggista, infatti, "è interessante il fatto che anche tra le opposizioni questa convinzione rimanga assolutamente maggioritaria". Ma perché c'è stata un'affluenza così bassa? Se per il 32% l'abuso dei referendum li ha fatti scadere agli occhi dei cittadini, per il 26% si trattava di "quesiti che sostanzialmente interessavano solo alla sinistra". Un'evidenza, questa, che corrobora la tesi di chi ha parlato "di una conta all'interno del Pd e delle forze di opposizione". La scarsa partecipazione è stata così motivata: "segnale del logoramento dell'istituto referendario (32%, dato che si massimizza tra gli elettori Pd, raggiungendo il 51%); "sconfitta dei promotori, Cgil e opposizioni (27%)" e "vittoria per le forze di governo (13%)".
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