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Regionali, in Puglia si rivede Vendola! Ditkat di Avs e il Pd litiga
Oggi 07-08-25, 08:32
La notizia è di quelle succulenti. Torna in campo dopo una lancinante assenza durata 10 anni il «poeta» della narrazione. Colui che da Terlizzi diede vita con la sola sua opera ad un vero e proprio genere letterario, con nuove citazioni giornaliere che andavano ad arricchire una già sterminata libreria. «Nichi ma che stai a dì?», la geniale rubrica che allora inventò il Foglio, è un po' l'enciclopedia di riferimento per i fans privati della sua presenza per troppo tempo, perle di saggezza capaci di interpretare ogni fatto politico e sociale, presente, passato e probabilmente anche futuro. Ora l'astinenza finalmente sta per finire, l'ex governatore della Puglia, l'ex leader delle Sinistre di ogni luogo, sta per tornare a casa sua. Letteralmente, perché Nichi Vendola sarà capolista di Avs nelle prossime elezioni regionali pugliesi. Insomma riscende in campo e di nuovo a Bari, la terra in cui è nato e che ha governato per due mandati, battendo per due volte di seguito nei gazebo Francesco Boccia. Della serie gli eterni ritorni. Se ne faccia una ragione Antonio Decaro, il candidato congelato del campo largo, che non vorrebbe riavere a che fare con le sue balie. Ovvero i suoi predecessori, l'energico Michele Emiliano e per l'appunto il «poeta» di Terlizzi. Basterebbe questo accoppiamento a far infuriare Nichi, a causa dei pessimi rapporti con il Governatore in carica, «non ha nulla a che spartire con lui», «anzi se ha deciso di rimettersi in gioco è proprio per segnare una vera discontinuità», spiegano premurosi gli amici. A difesa del prestigioso «mostro sacro» interviene il responsabile Sud di Sinistra Italiana, Nico Bavaro, che mette le cose in chiaro con la Gazzetta del Mezzogiorno. «Vendola, non è nelle istituzioni da anni, non può essere oggetto polemico di richiesta di rinnovamento», tuona l'esponente di Avs. Già perché a Bari da un mese impazza la ferocissima guerra delle «balie». In pratica Antonio Decaro, in rampa di lancio da Bruxelles per candidarsi alla guida della Regione Puglia, non vuole avere intorno i due ingombranti predecessori. Mister preferenze (oltre 500 mila raccolte alle europee) lo ha detto chiaro e tondo ad Elly Schlein: «Se ci sono loro, io resto a fare il Presidente della Commissione Ambiente al Parlamento Europeo». Panico al Nazareno, ma chi glielo ordina a Michele di non fare una cosa? In pratica nessuno, il Presidente prepara la campagna elettorale e prenota un posto di assessore temporaneo. Ne ha bisogno solo per un anno, perché nel 2027 è già super blindato per un comodissimo seggio parlamentare. Di Nichi si è già detto, ritiene sommamente ingiusto chiedergli di farsi da parte per altro tempo, lui che peraltro è stato il cantore ante litteram del rinnovamento. Insomma un suo feticcio, un suo brand, come quando nel 2005 l'agenzia Proforma gli confezionò una brillante campagna di lancio definendolo «sovversivo», «estremista», «pericoloso», «diverso», insomma il suo marchio di fabbrica. Quindi, è fuori discussione, Nichi parteciperà interrompendo il lungo digiuno, cominciato proprio dopo la bruciante condanna subita per l'ex Ilva. La grana resta tutta dentro al Nazareno. Elly Schlein, che ha sottovalutato la richiesta di Decaro, ha nominato una sorta di commissario sul campo, Francesco Boccia. Il capogruppo dem a Palazzo Madama indirettamente è fortemente interessato a risolvere la disfida tra l'eurodeputato ed il Presidente in scadenza. Sa che se non ci riuscisse, il Nazareno busserebbe alla sua porta, per chiedergli il grande sacrificio, di candidarsi al posto di Decaro. Una prospettiva che atterrisce il presidente dei senatori dem. Il poeta di Terlizzi osserva e pensa ad una sua antica perla. «Dobbiamo bonificare il territorio abitato dalla materia semantica, dai depositi di parole», insomma un avvertimento al campo largo, sto tornando.
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