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Regolamento di conti nel Pd? Schlein frena sul Congresso anticipato: "Non è all'ordine del giorno"
Oggi 20-05-25, 19:00
Da settimane i pasdaran del Nazareno l'hanno tentata: “Elly anticipiamo il congresso di qualche mese”. Con il sottinteso di regolare i conti una volta per tutte con le minoranze. La segretaria del Pd sembra non aver ancora deciso: “le primarie ci sono state 2 anni fa”, dice nel salotto di Cinque minuti con Bruno Vespa su Rai uno. La linea è sempre la stessa: “in questo momento il Partito democratico è impegnato a portare più persone possibile a votare l'8 e il 9 giugno per questi referendum e anche per le amministrative”. Quanto ai dissidenti interni il bastone è già in vista: “la base è convinta, io mi sono candidata per rivedere le scelte sbagliate”. Il messaggio sul referendum è definito: “la linea del partito è una e chiara ed è quella che abbiamo discusso nella direzione nazionale ed è stata votata: pieno appoggio ai cinque si”. I riformisti proprio nei giorni scorsi avevano definito il loro percorso alternativo: due sì (cittadinanza e responsabilità imprese appaltanti) e tre astensioni sui quesiti del Jobs act. Una posizione comunicata da sei parlamentari: gli ex ministri Lorenzo Guerini e Marianna Madia, gli eurodeputati Pina Picierno e Giorgio Gori, il senatore Filippo Sensi e la deputata Lia Quartapelle. Eppure la ‘ramazza' del Nazareno ha convinto qualcuno della minoranza a cambiare idea, come il sindaco di Torino Stefano Lo Russo che ha annunciato a sorpresa i 5 sì. D'altra parte il primo cittadino è a caccia della conferma per il suo secondo mandato.
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