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"Rimuova i dazi autoimposti". Meloni striglia l'Europa
28-05-2025, 10:33
«L'Europa abbia il coraggio di rimuovere i dazi interni che si è autoimposta in questi anni». Giorgia Meloni sceglie il palco dell'Assemblea annuale di Confindustria, riunita per la prima volta a Bologna, per rilanciare la lotta «all'iper-regolamentazione nell'Ue che ha soffocato il nostro sviluppo». La premier - nelle ore in cui si intensifica il pressing dei leader europei per un accordo con gli Usa sulle imposte ai prodotti europei - cerca una via d'uscita invitando ad agire senza esitazioni colmando i limiti del Vecchio Continente. E rivendica il ruolo di pontiere tra Ue e Stati Uniti («i nostri destini sono interconnessi») con cui il dialogo va portato avanti «con saggezza e con buon senso» e anche «con un approccio più politico che burocratico». Ed è proprio nel bacchettare i ritardi di Bruxelles - occorre «rilanciare il mercato unico europeo» e «completare quello dei capitali», «no all'ideologia» sul green deal, «riprendere il cammino del nucleare» - che la presidente del Consiglio modella l'asse con Confindustria. «Dobbiamo essere noi ad abbattere le barriere, non ad alzare ostacoli», concorda Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo presente all'EuropAuditorium. La premier offre poi la sponda del governo alla richiesta del presidente Orsini di un «piano industriale straordinario» per rilanciare l'economia italiana ed europea. «Noi ci siamo. Il governo sta lavorando già insieme al settore produttivo e alle parti sociali per delineare le linee di una politica industriale di medio e di lungo periodo», dice la premier. C'era attesa in platea per il dossier sui costi dell'energia dopo le critiche di Confindustria al decreto bollette. «I sovraccosti energetici, sono un vero dramma», l'allarme del presidente degli industriali. Parole a cui si associa la premier: «La questione più urgente da affrontare con serietà è il nodo del costo dell'energia», rileva Meloni. La presidente del Consiglio, spiega anche che «continuare a cercare di tamponare spendendo soldi pubblici non può essere la soluzione». E promette la massima attenzione contro possibili speculazioni. «Stiamo lavorando a un'analisi del funzionamento del mercato italiano per comprendere se eventuali anomalie nella formazione del prezzo unico nazionale possano essere la causa di aumenti ingiustificati, perché sarebbe inaccettabile se ci fossero speculazioni». «Uno strumento già disponibile per il disaccoppiamento del prezzo dell'energia prodotta da fonti rinnovabili da quello del gas è quello dei contratti pluriennali a prezzo fisso di acquisto di energia prodotta da fonti rinnovabili, dove - spiega Meloni - il corrispettivo viene stabilito tra le parti e riflette i reali costi di produzione per ciascuna tecnologia. Ricordo l'Energy Release e il Gas Release sul quale bisogna lavorare, stiamo dialogando con la Commissione Ue, Roberta mettici una buona parola». Ed è proprio alla presidente del Pe (insieme hanno poi visitato il super computer europeo al Tecnopolo) che Meloni si rivolge, ringraziando «la mia amica Roberta Metsola» che aveva detto «il Parlamento europeo è dalla vostra parte». «Sarò onesta, Roberta - precisa - questo dipende dalle maggioranze che si formano di volta in volta, ma sicuramente tu sei dalla nostra parte». Ad ascoltare gli interventi di Orsini, Metsola e Meloni, politici e ministri. Tra questi il vicepremier Tajani, Calderone (Lavoro), Pichetto Fratin (Ambiente ed Energia), Piantedosi (Interno), Urso (Imprese e Made in Italy), Santanché (Turismo) e Bernini (Università). Presenti anche la vicepresidente del Senato, Licia Ronzulli, il presidente di Noi Moderati, Maurizio Lupi, la segretaria del Pd, Elly Schlein e Carlo Calenda, leader di Azione.
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