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Rubio a Gerusalemme: "Sostegno contro i governi deboli che demonizzano Israele"
Ieri 15-09-25, 21:38
A meno di una settimana dall'attacco israeliano alla leadership di Hamas in Qatar che ha dato una nuova scossa al Medioriente, il segretario di Stato Usa Marco Rubio ha incontrato Benjamin Netanyahu a Gerusalemme. L'amministrazione Trump aveva espresso chiaramente il suo disappunto per l'attacco unilaterale di Israele a Doha, ma nella conferenza stampa congiunta di Rubio e Netanyahu non è emerso nessun segnale di fastidio Usa. La presenza di Rubio è un chiaro segnale del sostegno di Washington contro "i governi deboli" che demonizzano Israele, ha detto il premier israeliano. Mentre il capo della diplomazia Usa ha ribadito l'impegno fermo di Trump per gli obiettivi a Gaza: il rilascio di tutti gli ostaggi, l'eliminazione di Hamas e un futuro migliore per la popolazione di Gaza, che però "non può cominciare finché Hamas esisterà e finché tutti gli ostaggi non saranno rilasciati". Netanyahu ha incassato dunque ancora una volta l'appoggio Usa, ma ha ribadito una precisazione: "La decisione di agire contro la leadership di Hamas in Qatar è stata una decisione indipendente di Israele, presa da me e dai vertici della sicurezza, è stata condotta da noi e ci assumiamo la piena responsabilità". Gli Stati Uniti stanno cercando di allentare le tensioni fra Israele e Qatar, entrambi stretti alleati di Washington. E il dipartimento di Stato ha annunciato che martedì, all'indomani della sua visita in Israele, Rubio si recherà proprio in Qatar. Doha intanto ospita un summit di Paesi arabi e islamici - dalla Turchia all'Iran, dalla Siria all'Egitto - con la speranza di presentare una risposta unitaria all'attacco israeliano di martedì. Una partecipazione eterogenea che lascia dunque dei dubbi su quale potrà essere l'esito. Israele sta chiaramente "cercando il fallimento" dei negoziati per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi, ha accusato aprendo il vertice l'emiro del Qatar, lo sceicco Tamim bin Hamad Al Thani. "Chiunque attacchi una parte mediatrice cerca il fallimento dei negoziati e se il rilascio degli ostaggi significa la fine della guerra, allora non è interessato a questo", ha aggiunto. Mentre una bozza del documento finale del summit affermerebbe che l'attacco in Qatar e le altre azioni di Israele mettono a rischio gli accordi di Abramo. A margine del vertice si è riunito il Consiglio di cooperazione del Golfo, composto da 6 Paesi fra cui Qatar, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. Il gruppo ha fatto sapere in una dichiarazione di avere deciso di adottare misure "per attivare i meccanismi di difesa congiunta e le capacità di deterrenza del Golfo", senza fornire ulteriori dettagli. Per quanto riguarda il futuro secondo alcuni media israeliani, che citano fonti della sicurezza, Stati Uniti e Israele sarebbbero impegnati in discrete discussioni, con il coinvolgimento indiretto di diversi paesi terzi, tra cui l'Iran, su un possibile piano per trasferire i principali leader di Hamas da Gaza alla Tunisia. La proposta consentirebbe ad alcune delle figure più intransigenti di Hamas di lasciare volontariamente l'enclave, riecheggiando il precedente degli anni '80, quando Yasser Arafat e l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina furono esiliati. Uno scenario che - viene comunque sottolineato - suscita forti perplessità in Tunisia. Sebbe Tunisi sostenga da tempo la causa palestinese, sia l'opinione pubblica che alcuni settori della classe politica sono infatti molto meno favorevoli ad Hamas e sollevano preoccupazioni circa l'opportunità di ospitare i membri più radicali del gruppo. Nella Striscia di Gaza intanto si continua a morire. Sono nuovamente decine le vittime dei raid israeliani, la maggior parte delle quali a Gaza City, da dove secondo le stime israeliane sarebbero già andati via oltre 320mila palestinesi. Stando all'emittente israeliana Kan, inoltre, in vista dell'operazione dell'Idf Hamas avrebbe spostato gli ostaggi in superficie, case e tende per impedire ai soldati di agire in determinate zone. In questo contesto il ministro israeliano di estrema destra Itamar Ben-Gvir, responsabile della Sicurezza nazionale, parlando a una cerimonia della polizia ha annunciato un suo piano per "portare a termine l'occupazione di Gaza City e creare lì un lussuoso quartiere della polizia affacciato sul mare". "Gli insediamenti garantiscono sicurezza ed è giunto il momento di creare insediamenti ebraici a Gaza, ha aggiunto.
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