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Ruffini spara a zero contro Schlein: “Sinistra senza idee, ecco perché perde”
19-09-2025, 12:55
Altro che leader carismatici, alleanze arcobaleno o primarie lampo. Secondo Ernesto Maria Ruffini, fondatore dell'associazione “Più Uno”, ospite a “Piazza Pulita” su La7, il vero male oscuro della sinistra è molto più profondo e imbarazzante: “La sinistra non perde perché le manca un leader o una coalizione. Perde perché le manca un'idea”, ha sentenziato Ruffini. Una bordata che ha gelato lo studio, ma che fotografa perfettamente la condizione in cui versa oggi il fronte progressista: un contenitore stanco, senza bussola, in perenne attesa di un miracolo che non arriva. In un ambiente televisivo spesso indulgente con certi mondi politici, le parole del fondatore dell'associazione “Più Uno” sono suonate come uno schiaffo sonoro. E non si può certo dire che abbia torto. Da anni la sinistra rincorre temi, mode, slogan, ma senza mai riuscire a costruire una visione solida di Paese. E mentre il centrodestra propone – piaccia o no – identità, ordine e pragmatismo, il campo avverso sembra affondare in un eterno convegno autoreferenziale. Una sinistra senza visione Nel pieno di un panorama politico sempre più frammentato e confuso, le parole di Ruffini colpiscono perché non si limitano a una critica alla contingenza (nomi, alleanze, giochi di palazzo), ma vanno al cuore del problema: l'assenza di una visione riconoscibile. Mentre il centrodestra — pur con le sue sfide interne — si presenta oggi compatto su temi chiave come l'identità nazionale, la sicurezza, la libertà economica e il ruolo dell'Italia in Europa, la sinistra sembra arrancare, incapace di offrire un progetto coerente per il Paese. La crisi del progressismo italiano Il giudizio di Ruffini si inserisce in un contesto in cui il Partito democratico, guidato oggi da Elly Schlein, fatica a trovare una sintesi tra le sue anime storiche: l'ex cattocomunismo, l'area liberal-progressista e le spinte più radicali che provengono dai movimenti sociali e ambientalisti. Il risultato? Una proposta politica che cambia tono a seconda del pubblico, ma che raramente riesce a parlare a quell'elettorato moderato e pragmatico che in passato aveva fatto vincere il centrosinistra di Prodi o di Renzi. La reazione della sinistra? Il solito silenzio Com'era prevedibile, le parole di Ruffini non hanno suscitato una reazione immediata da parte dei principali esponenti progressisti, almeno fino a questo momento. Un silenzio che, ancora una volta, sembra confermare l'imbarazzo nel dover affrontare una verità scomoda: non basta appellarsi alla “resistenza” contro la destra per vincere le elezioni. Occorre costruire un'idea forte di Paese. “Più Uno”: un laboratorio civico? L'intervento di Ruffini potrebbe però non essere isolato. La sua associazione “Più Uno” - ancora poco conosciuta al grande pubblico - si sta muovendo negli spazi lasciati vuoti dai partiti tradizionali, proponendo un nuovo protagonismo civico, fuori dagli schemi ideologici. Quella di Ruffini, in ogni caso, non sembra essere soltanto una critica alla sinistra, ma un invito più ampio alla politica italiana: senza idee, senza visione, senza un progetto condiviso, nessuna leadership può davvero durare. E forse, proprio in questo, la lezione vale per tutti.
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