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Salvini: "Ho provato stupore e rabbia, qualche pm non si rassegna. La riforma della giustizia? Spero non c'entri, avanti a testa alta"
Oggi 19-07-25, 07:36
«Ho avuto la notizia del ricorso della procura mentre ero in viaggio da Palermo a Milano, me l'ha riferita Giulia Bongiorno che ringrazio sempre sia per la straordinaria vicinanza umana che per la nota professionalità». Così Matteo Salvini ci racconta il momento in cui ha appreso che il lungo calvario giudiziario del caso Open Arms non era ancora finito. Il leader della Lega pensava che il processo concluso con un'assoluzione piena in primo grado appartenesse ormai alla categoria dei ricordi. Eppure ieri, con il ricorso della procura di Palermo in Cassazione, quella ferita si è riaperta. Il vicepremier svela che i suoi avvocati si aspettavano questa mossa dei pm. Eppure lui è rimasto esterrefatto: «Onestamente la prima reazione è stata un mix di stupore e rabbia. Ma come, dopo quattro anni di processo e decine di testimonianze che hanno portato all'assoluzione, si rischia di ricominciare tutto da capo?». I messaggi di vicinanza arrivati dagli alleati politici sono stati particolarmente graditi. «Mi ha fatto piacere la solidarietà, a partire da quella di Giorgia». Un grazie che il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti ha inviato a Meloni anche via social: «Sono convinto che difendere l'Italia e i suoi confini non sia un reato. Altri mesi o anni di processi? Io vado avanti, a testa alta, con la certezza di aver fatto il mio dovere, senza nessuna paura». Un ringraziamento speciale va anche a Matteo Piantedosi: «È un amico e un ottimo ministro, come è stato un ottimo capo di gabinetto al Viminale (quando il segretario del Carroccio guidava il ministero dell'Interno durante il governo giallo-verde, ndr). Lo stimo e lo ringrazio». Una cosa, però, Salvini intende precisare: non bisogna fare di tutta l'erba un fascio. «Qualche Pm evidentemente non si rassegna, ma le 268 pagine che motivano la mia assoluzione sono solide e impeccabili: per questo ringrazio il Tribunale di Palermo che ha studiato in modo approfondito gli atti, dopo anni di lavoro e decine di udienze». Perché quello a cui stiamo assistendo «non è uno scontro tra politica e magistratura. I magistrati politicizzati di sinistra sono ormai un'esigua, anche se rumorosa, minoranza». Anche se non può scacciare un sospetto: «Spero che il ricorso in Cassazione non sia legato alla riforma della giustizia che stiamo portando avanti che cerca di togliere spazio alle correnti». Poi il pensiero va al suo principale avversario nel processo: Oscar Camps. L'attivista catalano a capo della Open Arms non ha mai accettato il diniego del Viminale allo sbarco dei migranti in Sicilia. Eppure, i giudici di Palermo, nella sentenza di assoluzione ora impugnata dalla Procura, hanno stabilito che l'operato dell'allora ministro dell'Interno fu legittimo e conforme alla legge, aggiungendo che la Ong avrebbe dovuto dirigersi proprio in Spagna. «Camps fa un battaglia politica contro di me sulla pelle delle persone - spiega Salvini - Lo ha dimostrato anche un video: festeggiava urlando di aver fatto cadere il sottoscritto, e chi se ne frega se aveva messo a rischio centinaia di vite rifiutando altri porti e sbarchi. Questa sarebbe solidarietà?». Un episodio ricordato anche da Giulia Bongiorno durante il processo, per far capire quale fosse il vero fine dell'attivista spagnolo, il quale tra i migranti festanti urlò: «Cayo Salvini» («Salvini è caduto»). Il processo, tra l'altro, ha dimostrato che se la nave della Ong spagnola si fosse subito diretta verso Barcellona, o un altro porto della penisola iberica, avrebbe sicuramente fatto trascorrere meno tempo in mare ai migranti, costretti invece ad attendere giorni e giorni in mare aperto davanti alla costa siciliana. Infine, c'è il ricordo politico. Quel voltafaccia grillino passato ormai alla storia. «Il processo è iniziato per il voto della sinistra in Parlamento». Il governo giallo-verde, infatti, cadde poco dopo la vicenda Open Arms. Conte, però, non si perse d'animo, e mise in piedi un esecutivo nuovo di zecca, sostituendo la Lega con il Pd. Salvini non dimentica: «Spiace soprattutto per i 5 Stelle, per me coerenza, lealtà, onestà e coraggio non sono solo parole, sono una condotta di vita. Invece hanno cambiato idea solo perché avevo tolto la fiducia a Conte».
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