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Salvini in Francia piace più di Macron. E ora a Parigi trema pure il governo
Oggi 26-08-25, 09:53
Salvini in Francia piace più di Macron. E ora trema pure a Parigi. Il primo ministro François Bayrou annuncia un voto di fiducia per il governo l'8 settembre. Per dirla in breve, in meno di quindici giorni, bisognerà costruire una nuova maggioranza. Marine Le Pen, leader della destra, infatti, ha già annunciato che non voterà a favore dell'attuale esecutivo. Motivo per cui le prossime ore, per Emmanuel, saranno difficilissime, considerando gli scioperi previsti e la preoccupazione di famiglie e imprese per il «sovraindebitamento» annunciato, che certamente porterà a nuovi e ingenti tagli alla spesa pubblica. Una rabbia che viene fuori pure nella diatriba col vicepremier e leader della Lega. I transalpini, a sorpresa, non difendono il loro presidente, ma quel Matteo italiano che ha detto, sin dal primo momento e senza indugi, «mai soldati europei sul fronte russo». Basta leggere i commenti a un articolo del giornale Le Figaro per capire il "sentiment" oltre le Alpi. «Prima di inviare truppe Macron - ribadisce un utente - dovrebbe chiedere il parere del popolo sovrano». Un altro internauta, invece, gli ricorda come «laprobabilità di un attacco russo sul suolo francese è estremamente bassa». Motivo per cui abbondano i “mi piace” sotto il post in cui si evidenzia come, dalla Tour Eiffel a Marsiglia, la gente «è con Matteo» e non con chi intende mandarla in trincea. C'è chi evidenzia come la Francia, con questo governo, sia diventata «lo zimbello del mondo» o peggio «il fanalino di coda». Numerosi, al contrario, coloro che si trovano d'accordo con le ultime scelte di Palazzo Chigi, esaltandone il lavoro. A parte la narrazione di Le Monde, testata storicamente di sinistra, che aveva accusato il leader della Lega di essere un «estremista vicino a Mosca», la maggior parte dei "cugini internauti”, sembra essere favorevole alle esternazioni del Carroccio. Sotto lo stesso articolo in cui viene attaccato il segretario della Lega, infatti, c'è più di qualcuno che difende il nostro ministro dei Trasporti. «Basta avere una posizione diversa - commenta un ragazzo, poi inondato da likeche sei vicino al Cremlino». Numerosi coloro che esortano l'attuale numero uno dell'Eliseo, che «rappresenta soltanto il 7% della popolazione», a fare un passo indietro e a soffermarsi su «quelle che sono le vere priorità» in un Paese, dove le emergenze sono all'ordine del giorno e per cui la necessità delle necessità non è certamente prendere il fucile per sostenere la causa di Zelensky.
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