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Sarkozy condannato a 5 anni: "Dormirò in carcere, ma sono innocente"
Ieri 25-09-25, 15:32
“Dormirò in carcere ma sono innocente”. Lo ha detto l'ex presidente francese Nicolas Sarkozy dopo che, nella mattina di venerdì 25 settembre, il tribunale di Parigi lo ha condannato a cinque anni di reclusione con l'accusa di associazione a delinquere, al termine del processo di primo grado per la vicenda relativa al presunto finanziamento illegale della sua campagna presidenziale del 2007 da parte del governo dell'allora leader libico Muammar Gheddafi. Come riportano i media francesi, nei prossimi giorni l'ex capo dell'Eliseo dovrà presentarsi davanti alla procura nazionale finanziaria, che provvederà a fissare la data di incarcerazione. Secondo quanto si apprende da indiscrezioni giornalistiche, Sarkozy potrebbe essere condotto nella casa circondariale di Santè, nel quartiere Montparnasse di Parigi. “Dimostrerò la mia innocenza” Un duro colpo per l'ex presidente francese che, durante l'udienza di stamattina, ha potuto contare sul supporto della moglie Carla Bruni e dei suoi figli. Uscito dal palazzo di Giustizia, Sarkozy ha rilasciato alcune dichiarazioni: “Signore e signori, quel che è successo oggi in quest'aula di tribunale è di una gravità estrema per lo Stato di diritto e per la fiducia nella giustizia. - ha detto rivolgendosi ai cronisti - Più di dieci anni di inchiesta, e milioni di euro spesi per trovare un finanziamento libico, che il tribunale non ha potuto trovare nella mia campagna. Il tribunale è andato ancora più lontano, dichiarando solennemente che il documento Mediapart all'origine di questa procedura era un falso”. E ancora: “Sono stato rinviato davanti a questo tribunale per quattro delitti, e sono stato assolto per tre: nessun finanziamento, nessuna corruzione. - ha proseguito - Sono quindi condannato per avere, secondo loro, lasciato fare i miei collaboratori che avrebbero avuto l'idea di un finanziamento illegale della mia campagna. In tutti questi anni mi sono assunto tutte le mie responsabilità, sono stato in custodia cautelare, interrogato, esaminato, tanto che la presidente del tribunale dice che non c'è alcun arricchimento personale da rimproverarmi”. “L'odio non ha alcun limite” Sarkozy è il primo presidente emerito ad essere stato condannato al carcere nella storia della Repubblica francese. “Il risultato è che devo passare cinque anni in prigione, - ha continuato - e il tribunale pronuncia l'esecuzione provvisoria per vedermi in prigione il prima possibile, quando tutti conoscono il mio indirizzo e possono riconoscermi per strada. Chiedo a tutti i francesi, che abbiano votato per me no, di giudicare loro stessi quel che è appena successo. L'odio non ha alcun limite. Se vogliono assolutamente che io dorma in prigione, dormirò in prigione, ma a testa alta, perché sono innocente, e questa giustizia è uno scandalo. Non mi scuso per cose che non ho fatto”. E infine: “Farò appello, dovrò comparire ammanettato davanti alla corte di appello, e pensano di umiliarmi ma chi hanno umiliato oggi è la Francia, l'immagine della Francia. Non ho alcuno spirito di rivalsa, alcun odio, ma mi batterò fino all'ultimo respiro per dimostrare la mia innocenza”. Marine Le Pen: “Negata la presunzione di innocenza” L'ex capo di Stato è stato riconosciuto colpevole di associazione a delinquere per i sospetti fondi libici relativi alla campagna elettorale tra il 2005 e il 2007. Mentre è stato assolto dalle accuse di ricettazione e corruzione passiva. Il tribunale ha deciso per l'esecuzione provvisoria della pena. Ciò significa che Sarkozy andrà in carcere, nonostante la pena non sia definitiva e l'annunciato ricorso contro la sentenza di primo grado, che potrebbe anche ribaltare il verdetto. “Al di là della persona dell'ex presidente Nicolas Sarkozy, la negazione del doppio grado di giurisdizione attraverso la generalizzazione dell'esecuzione provvisoria della pena da parte di alcuni tribunali rappresenta un grande pericolo, nei confronti dei grandi principi del nostro diritto, primo fra tutti la presunzione di innocenza", ha detto Marine Le Pen, leader del Rassemblement National, dopo aver appreso la notizia.
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